Obama dice sì alle nozze tra gayOra, però, rischia la rielezione
E' il primo presidente Usa a dichiararsi a favore dei matrimoni tra omosessuali negli Stati Uniti, ma ora rischia un terremoto politico
Barack Obama è il primo presidente della storia americana che sostiene la legalizzazione dei matrimoni tra partner dello stesso sesso. Lo ha dichiarato lui stesso in un'intervista alla Abc, dopo che alcuni giorni fa il vicepresidente Joe Biden, scatenando furibonde polemiche anche tra i democratici, si era espresso per primo a favore delle nozze gay. "In passato avevo esitato sulle nozze gay perchè pensavo che le unioni civili fossero sufficienti", ha detto il presidente americano. Ora, però, ha aggiunto "penso che le coppie dello stesso sesso dovrebbero potersi sposare". Obama ha ricordato di essere sempre stato chiarissimo sul fatto che "i gay e le lesbiche americani dovrebbero essere trattati correttamente ed equamente". Obama, forse accortosi di essersi spinto oltre su un tema delicato in piena campagna elettorale, ha poi chiarito che questo sulle nozze gay è, "il mio punto di vista personale" e comunque "la materia è di competenza dei singoli Stati". Finora sono 6 (altri sette riconoscono le unioni civili) su 50 gli Stati dell'Unione dove le nozze tra persone dello stesso sesso sono legali mentre 28 le hanno esplicitamente messe al bando. Lo zampino delle figlie - Obama ha proseguito spiegando che tra le ragioni per rendere noto il suo si alle nozze gay ha citato le figlie, Sasha e Malia, che , ha detto, "hanno amici i cui genitori sono dello stesso sesso. Alcune volte io e Michelle ci sediamo a tavola e parliamo con Malia e Sasha dei loro amici e dei loro genitori e a loro non viene neanche in mente che dovrebbero essere trattati diversamente. Questo è qualcosa che cambia la prospettiva". Il presidente ha anche specificato che la moglie Michelle ha avuto un ruolo nella decisione di pubblicizzare il suo punto di vista: "Ne abbiamo parlato per anni e lei condivide (la mia posizione)", che per Obama si concilia con l'essere "entrambi cristiani". Diritti gay - La legalizzazione delle nozze gay, sostenuta stasera da Barack Obama, seppur la materia sia di competenza dei singoli Stati, è il secondo grande passo avanti del presidente a favore degli omosessuali. Il primo è stata la revoca della politica del "don't ask, don't tell", approvata nel 1993 da Bill Clinton, che vietava ai militari omosessuali di rendere note le loro preferenze sessuali e ai loro superiori di fare domane. Il presidente ha posto fine alla regola il 20 settembre del 2011. Rischia la rielezione - Con la sua storica svolta a favore dei matrimoni gay, Barack Obama sa di giocarsi molte chance per la rielezione. Al voto mancano sei mesi e secondo i primi analisti, con questo gesto Barack potrebbe essersi giocato in un colpo solo il voto di stati cruciali e ultramoderati come l'Ohio e la Virginia. D'altro canto, c'è un pezzo d'America che da ore gioisce sui social network e torna a infiammarsi, rivivendo le emozioni del 2008. È come se Barack avesse tolto un tappo a un movimento che non vedeva l'ora di farsi sentire. Ed è su di loro, sui giovani e su chi ha studiato che Obama punta le sue carte. Ma c'è chi invece punterà proprio su questa mossa per scalzarlo. Fox News, la tv preferita dai fans del Tea Party, da ore titola: «Barack Obama dichiara guerra al matrimonio. Così si perde per strada i moderati». Queste due reazioni, fanno capire come la stategia di Barack sia proprio quella di far scoppiare le contraddizioni interne al Grand Old Party, da sempre diviso tra oltranzisti e centristi. E mostrare il suo avversario, Mitt Romney sempre più ostaggio degli elettori di Rick Santorum, quelli per nulla disposti a mollare un centimetro sulle loro convinzioni religiose e politiche. Esulta la comunità Lgbt italiana - "La decisione di Obama di dire sì al riconoscimento negli Usa dell'estensione del matrimonio civile anche per le coppie omosessuali ci trova del tutto favorevoli". Lo dice Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo dell'Italia dei Valori. "Un sondaggio Gallup - prosegue - afferma che ormai la maggior parte dei cittadini statunitensi, ma questo vale anche per gli europei, è d'accordo per un adeguamento della legislazione civile al mutamento sociale." "Non a caso il Commissario Europeo agli affari interni, Cecilia Malmstrom, si è complimentata con il presidente americano sostenendo che la tendenza prevalente in Europa è quella dell'estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali", dice ancora l'esponente Idv. "Prima di Barack Obama anche il neo presidente francese Hollande si è schierato sulle stesse posizioni. Il Partito democratico - precisa Anna Paola Concia, deputata del Pd - impegnato in questo momento ad elaborare una piattaforma programmatica comune con tutte le forze progressiste europee sui temi della crescita economica, non può più perdere tempo e far finta di niente". Concia fa notare come sia "surreale che nel giorno in cui il presidente Obama negli Usa dichiara il suo storico appoggio al matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia, in Commissione Giustizia alla Camera ci si è confrontati, nell'imbarazzo generale, sulla richiesta di includere nella discussione sulle unioni civili, anche le proposte presentate da me e dalla collega Bernardini che riguardano il matrimonio tra persone omosessuali. A questo punto sarebbe bello audire anche il presidente Obama". C'è chi dice no - Le posizioni espresse dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, pronunciatosi a favore dei matrimoni omosessuali, non è solo contro la tradizione religiosa cristiana ma è in contrasto con l'intera tradizione umanistica. È quanto ha detto ai microfoni della Radio Vaticana, il professore Carlo Cardia, docente di Diritto Ecclesiastico all'Università Roma Tre. "La società americana -ha detto Cardia- ha determinati valori che sono espressi chiaramente nella Costituzione, ma è proprio nella storia della società americana la difesa, la enunciazione di questi valori basilari. Il problema della dichiarazione di Obama -ha aggiunto- non è che si mette in contrapposizione solo con la tradizione religiosa, che -diciamolo subito- già è importantissima, e non solo cattolica ma di larghe fasce del pensiero protestante e non solo protestante, ma si mette contro tutta una tradizione umanistica, tutte le persone che hanno una concezione umanistica - oserei dire - elementare". "Ciò che è giusto - ha aggiunto - e cioè rispettare tutti, rispettare i diritti di tutti, combattere contro le discriminazioni degli omosessuali e di qualsiasi individuo, adesso si sta trasformando nell'enunciazione di diritti che non hanno fondamento nella realtà concreta". "Queste tendenze, queste fughe in avanti, a ben vedere - ha spiegato ancora il professore - si scontrano con la realtà del matrimonio, che è conosciuta in tutto il mondo. Certo se si vuole chiamare matrimonio un'altra cosa posso farlo, ma questo non cambierà la realtà!. Quindi - rileva Cardia - vedo da una parte il profilo parziale, di parte, di questa posizione di Obama; dall'altra sono - se posso dire così - fiducioso nel futuro, perchè la realtà si impone, si impone a tutti. Non stiamo parlando di cose ideologiche, ma di elementi di trasformazione dell'istituto del matrimonio cui nessuno, nella storia dell'umanità, ha mai pensato".