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L'occhio del redditometro:ecco le 100 categoriee le tre soglie

Andrea Tempestini
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  Il governo persegue la sua politica di terrorismo fiscale e, in ticket con l'Agenzia delle Entrate, sventola il vessillo del nuovo redditomtero, sul quale però è necessario fare ancora chiarezza. Uno dei punti più controversi è quello del "peso del denaro". In soldoni - giusto per restare in tema - cento euro potrebber non essere sempre cento euro. Possibile? Per il fisco, sì. Già, perché se li utilizziamo per un bene di lusso quale una beauty farm è un contro, mentre se vengono sfruttati per beni meno "elitari" è un altro. In termini spicci, i cento euro usati per concedersi un vizio sono un primo indicatore: dietro alla scelta potrebbe esserci un evasore. Una sorta di morsa che spacca anche chi l'ha ideata, perché - se è chiaro che alcune voci del redditometro, molto diverse tra loro, non possono essere pesate allo stesso modo -, l'assurdità è che il valore fiscale delle singole spese potrebbe cambiare all'interno della stessa voce o almeno della stessa categoria. La sperimentazione del sistema-stasi prosegue da circa un anno, ma si deve ancora stabilire definitivamente se sfruttarlo soltanto nella cosiddetta "fase uno" (l'autonoma verifica che può effettuare un singolo contribuente per correggere il 730) o anche nella "fase due" (quella in base alla quale le Entrate faranno scattare eventuali controlli). Sette categorie - Ma tant'è. Lo strumento, come ampiamente anticipato, sarà invasivo ai massimi livelli: il redditometro conterrà cento voci di spesa, dagli alberghi fino agli immobili passando per gioielli e bauty farm. Cento parametri per scovare gli evasori fiscali. Le 100 voci si potranno aggregare in 7 differenti categorie. E le Entrate hanno elaborato tre soglie (massima, intermedia e minima) in base alle quali far scattare, o meno, gli accertamenti presuntivi. Andiamo a vederle nel dettaglio. Soglia massima - Si tratta della massima soglia di rischio, una sorta di allarme rosso che scatta quando il redditometro registra uno scostamento molto significativo tra la stima effettuata e la dichiarazione che una famiglia ha intenzione di presentare alle Entrate. Se poi gli indicatori specfici di spesa non confermasser l'incoerenza tra calcolo presuntivo del redditometro e la reale dichiarazione, la posizione del contribuente verrebbe declassificata nella categoria inferiore. Se, al contrario, gli indicatori confermassero l'incoerenza si diventerebbe in automatico, senza nessuna eccezione, il bersaglio di un controllo fiscale approfondito. Soglia intermedia - Si tratta di una sorta di semaforo giallo: meglio rallentare, altrimenti si incorre in accertamenti e sanzioni. Le Entrate considerano un nucleo familiare composta da due coniugi (di età compresa tra i 35 e i 64 anni) e due figli a carico, che viene valutato nel redditometro in base alle cento voci di spesa (le macroaree sono: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni, istruzione, attività sportive e ricreative, investimenti immobiliari e spese significative di vario genere). In base a tutti questi parametri, il redditometro potrebbe stimare una "soglia di coerenza" pari a 107 mila euro. Se i coniugi decidessero di dichiarare un reddito sensibilmente inferirore rientrerebbero nella fascia di rischio medio - scatterebbe insomma il semaforo giallo -, una fascia segnalata per eventuali accertamenti di natura preventiva. Soglia minima - Semaforo verde, nessun pericolo né accertamento: avviene quando la dichiarazione dei redditi risulta coerente o si discosta di poco dal calcolo del redditometro. Insomma, non si accende alcuna spia d'allarme. Il reddito familiare infatti viene stimato prima della dichiarazione e può essere confrontato con quello che si ha intenzione di dichiarare. Sono stati calcolati 55 gruppi omogenei di contribuenti valutati in base al nucleo familiare, e ogni categoria viene divisa in tre fasce: tutte le tipologie avranno coefficienti diversi a seconda dell'area geografica di provenienza.  

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