La Chiesa non pagherà l'Imu:manca il decreto attuativo
Il governo non ha i dati: esenti dall'imposta gli immobili religiosi. Slitta il termine per le nuove dichiarazioni, mentre per la seconda rata non cambia nulla
Doveva essere il sistema per stanare tutti quelli che, dietro un'attività non profit hanno invece sempre praticato un'attività commerciale di sicuro profitto, insomma quella che era stata definita la nuova Imu da applicare sugli immobili per enti religiosi, fondazioni, partiti e, in alcuni casi, anche sindacati. Ma se ne sono perse le tracce da un bel pezzo, da maggio, precisamente: era infatti previsto che il ministero del Tesoro emanasse il regolamento ad hoc. Invece, ancora nulla, come spiega il quotidiano MilanoFinanza. Il balletto di governo - A febbraio, infatti, l'esecutivo, sia pure dopo molte accese polemiche, sembrava aver trovato una soluzione. La Commissione Industria del Senato aveva approvato un emendamento al decreto Cresci-Italia che eliminava l'esenzione dell'Ici alla Chiesa Cattolica e a tutti gli enti commerciali, tra i quali associazioni, fondazioni e partiti, prospettando introiti per le casse erariali tra i 100 milioni e i due miliardi. La norma, che modifica la legge del 1992, in particolare prevede che per quegli immobili dove l'attività commerciale non sia esclusiva, ma comunque prevalente, sono state abrogate tutte le norme che ammettevano l'esenzione dal pagamento dell'Imu. Ma perché questa modifica sia utilizzabili è necessario l'atto amministrativo del Tesoro che stabilisca effettivamente quando l'attività dichiarata non profit di chiese, partiti e fondazioni è da considerarsi esclusivamente non commerciale e quanto debba essere versato al fisco. Manca il decreto attuativo - Intanto, il governo si appresta a far slittare dal 30 settembre al 31 dicembre il termine per la dichiarazione Imu. Si tratta del modello che devono inviare ai comuni, i cittadini e le imprese che nel corso del 2011 hanno acquistato un immobile oppure che hanno apportato modifiche (a esempio di carattere catastale) a un'abitazione di proprietà. Alla base dello slittamento, ci sarebbero dei ritardi per la messa a punto del modello, che ha subito, ovviamente, non poche modifiche nel passaggio dalla vecchia Ici alla nuova imposta municipale unica. In sostanza, manca il decreto attuativo. Seconda rata Imu - Nessuna variazione, invece, per quanto riguarda il versamento della seconda rata Imu: il termine resta il 17 settembre. Data che va ignorata, comunque, da tutti i contribuenti che hanno optato per il pagamento dell'imposta sulla casa in sole due rate. In questo caso, il saldo va effettuato a dicembre. Chi non ha pagato l'acconto di giugno, può regolarizzare la sua posizione entro un anno con interessi piuttosto contenuti.