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Bankitalia: "Ingiustificato lo spread dei titoli italiani"

Lo studio: "Lo spread dovrebbe essere a 200 punti base rispetto ai 450 registrati in media a giugno. La colpa? E' dell'effetto contagio"

Andrea Tempestini
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  Il nemico più temibile dei nostri tempi. La minaccia sbandierata per imporci governi tecnici e commissariamenti europei. Uno spauracchio contro il quale, ora, si scaglia anche Bankitalia: lo spread, il cui livello è ingiustificabile, e che per i titoli italiani rispetto al Bund tedesco dovrebbe essere nell'ordine dei 200 punti. Secondo l'istituto di Via Nazionale, le dinamiche macroeconomiche e fiscali dell'Italia non giustificano il forte incremento dello spread registrato a partire dall'estate 2011 che, sulla base dei relativi dati, dovrebbe collocarsi a quota 200 punti. Palazzo Koch rivendica la posizione in uno studio intitolato "Recent estimates of sovereign risk premia for euro-area countries" (Stime recenti dei premi per il rischio sovrano di alcuni paesi dell'area dell'euro). Anche la Banca d'Italia, dopo mesi in cui si era trincerata dietro al silenzio, ha preso posizione contro l'ingiustizia del differenziale che ci condanna a pagare interessi stratosferici e a subire le tasse e le manovra del governo Monti.  Le dinamiche - Il lavoro analizza i fattori che determinano il livello dei tassi di interesse sui titoli di Stato, focalizzandosi sul forte aumento dei premi per il rischio sovrano che ha recentemente interessato alcuni paesi dell'area dell'euro, tra cui l'Italia. Lo scopo principale dello studio è comprendere se l'elevato livello del premio per il rischio attualmente richiesto dagli investitori trovi giustificazione negli andamenti macroeconomici e fiscali dei singoli paesi dell'area. A tal fine, e tenendo presenti studi precedenti esistenti in letteratura, il lavoro riporta i risultati di alcune stime econometriche recentemente realizzate in Banca d'Italia. L'elaborazione mostra che la dinamica delle determinanti macroeconomiche e fiscali fondamentali (crescita economica, condizioni fiscali, rischi finanziari) a partire dall'estate del 2011 non sarebbe sufficiente a giustificare il forte incremento dei premi per il rischio occorso in alcuni paesi, tra cui l'Italia. I 200 punti base - Vari modelli indicano infatti che, sulla base dell'andamento dei fondamentali economici del Paese, il premio per il rischio sulla scadenza dei dieci anni, misurato dal differenziale di rendimento fra il Btp decennale e il corrispondente Bund tedesco (il cosiddetto 'spread'), dovrebbe collocarsi su valori dell'ordine dei 200 punti base (contro un livello di circa 450 punti base nella media di giugno del 2012). Ampie differenze tra gli spread stimati e quelli correnti si riscontrano anche per scadenze più brevi (180 punti base contro 410 sulla scadenza a due anni e 270 punti base contro 490 su quella a cinque anni). Una parte significativa dello spread, sottolineano i tecnici di Bankitalia, è spiegata dal forte calo del rendimento del Bund tedesco, che ha beneficiato di ingenti flussi di acquisti legati alla ricerca di attività ritenute più sicure da parte degli investitori.    Fenomeni di contagio - Il lavoro argomenta inoltre che il recente andamento dello spread è in larga parte riconducibile a fenomeni di contagio non legati alle condizioni di fondo del paese. Secondo lo studio, l'allargamento del differenziale avrebbe quindi riflesso, in particolare, l'emergere tra gli investitori di timori sulla solidità dell'Unione Monetaria. L'affiorare della percezione di un rischio di reversibilità dell'euro, conclude Bankitalia, contribuisce inoltre a spiegare l'incremento dei tassi d'interesse nei paesi più esposti alle tensioni e il sensibile calo dei tassi nei paesi considerati più solidi.   

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