"Atene, il crac è solo rimandato"Borsa, crollano Milano e MadridSpread in volo: vicino a 480 punti
Gli analisti: "Voto in Grecia ha solo spostato più in là il giorno del giudizio" Monti scopre l'acqua calde: "Le urne elleniche non convincono i mercati"
Euforia, ma solo per una manciata di minuti. Il voto in Grecia - dove hanno vinto i conservatori "salva-euro" che governeranno con i socialisti - ha dato nuova linfa alla moneta unica e spinta ai mercati europei. Una spinta che però si è esaurita dopo un paio d'ore di contrattazioni. Mentre l'indice di Atene continuava a volare (dopo rialzi superiori agli 8 punti percentuali l'attivo intorno alle 10.30 era del 6,38%), Milano virava in un pesante passivo: il paniere principale Ftse Mib lasciava il 2,09%, mentre l'All Share l'1,79 per cento. Contrastati gli altri listini continentali: Madrid perdeva il 2,17%, Francoforte saliva dello 0,70%, Parigi dello 0,22% e Londra dello 0,10 per cento. La situazione veniva inquadrata nei Forex Morning forniti da due market analyst di Cmc Markets: "Nonostante la vittoria relativa delle forze che sostengono l'euro, le sfide ancora aperte in Grecia restano enormi e la sensazione più diffusa è che il giorno del giudizio sia solo rimandato". Nel pomeriggio è arrivato anche il commento del premier italiano, Mario Monti, che con l'arguzia del professore notava: "I mercati non sono convinti dell'esito del voto in Grecia. Serve l'Unione politica". Il corllo nel pomeriggio - Con il passare delle ore il quadro diventava sempre più negativo: a poco più di un'ora dalla chiusura dei listini a Milano il Ftse Mib sprofondava del 2,31%, mentre l'All Share lasciava il 2,01 per cento. Le vendite continuavano a concentrarsi sui bancari: Intesa perdeva il 2,3%, Unicredit il 3,4% mentre Mediobanca, Ubi e Monte dei Paschi venivano sospese per eccesso di ribasso. Alla stessa ora contrastati gli altri listini europei, in prevalenza negativi: Madrid perdeva il 2,46%, Parigi lo 0,49%, Londra guadagnava lo 0,11% e Francoforte lo 0,34 per cento. Atene restava positiva, pur dimezzando al 4,16% i massimi rialzi della seduta di contrattazioni. Male lo spread - L'effetto-euforia si è esaurito in fretta anche sul fronte dei titoli di Stato, dove lo spread tra Btp e Bund, era risalito sopra quota 460 punti base dopo una lieve contrazione in apertura. Il differenziale si era attestato a 461 punti con un tasso al 6,04 per cento. In volo anche lo spread tra Bonos spagnoli e Bund tedeschi, che sfiorava i 570 punti base con un rendimento al 7,12 per cento. Intorno alle 16.30 lo spread tra Btp e Bund si attestava a 466 punti base (dopo aver oscillato tra un minimo di 435 e un top di 478 punti) con rendimento al 6,08 per cento. Altissima tensione sui Bonos spagnoli: spread a 577 punti base (con un massimo di 588 pb), superiore a quello dell'Iralanda e con un rendimento record del 7,22 per cento. La sfiducia degli analisti - Gli analisti di Cmc Markets, Michael Hewson e Tim Waterer, spiegavano che con il partito di estrema sinistra, Syrizas, che ha accresciuto il proprio consenso del 10%, "è poco probabile che qualsiasi prossimo governo possa trovare più facilmente la via per le implementazioni richieste dalla troika". Inoltre, aggiungevano, a Parigi invece il rafforzamento dei socialisti di Hollande "prelude ad un futuro redde rationem con le richieste di maggiori pressioni fiscali da parte della Germani: se i mercati si convincessero che la Francia sta rallentando il suo processo di rafrorzamento di bilancio, gli investitori perderebbero la loro fiducia e vedremmo un allargamento degli spread sui titoli francesi con il pericolo di vedere minacciato quel che rimane del rating a tripla A e un conseguente innalzamento dei costi ceh verrebbe subito in primo luogo dalla Germania".