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Borse ko, debito record.Lo spread vola a 424 punti

Il tonfo elettorale della Cancelliera fa crollare le Borse

Dopo la sconfitta della Merkel, listini in picchiata Milano lascia il 2,7%. Conti pubblici: un disastro

Andrea Tempestini
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L'anno orribile e l'incubo spread, con Piazza Affari in picchiata. A Milano la Borsa riduce un po' le perdite, con l'indice Ftse Mib che ha chiuso a 13.660,87 punti, in calo del 2,74% dopo aver superato il -3 per cento. A pesare su tutte le piazze Europee il voto in Germania, che cancella il rigore di Angela Merkel, e la Grecia senza un governo e sull'orlo dell'abisso. Un mix esplosivo, indigesto per i mercati, che come dopo la vittoria dell'anti-rigore Hollande in Francia la scorsa settimana hanno risposto con un pesante passivo alla riapertura delle contrattazioni del lunedì. I numeri (pessimi) dicono molto e suggeriscono di più. Primo: Monti deve procedere sulla strada di una austerity meno cieca e sterile, tagliando sprechi e privilegi ma intervenendo in maniera decisa sulla crescita. Secondo: il premier deve provare  a convincere Bruxelles e Ue a cambiare rotta (il fallimento dell'Eurozona è dietro l'angolo) invece di seguire a ruota le decisioni di Berlino. Due punti chiave, fin qui ignorati o quasi dal presidente del Consiglio.   Febbre spread - La tensione è altissima anche sui titoli di Stato italiani: lo spread fra Bund tedeschi e Btp a dieci anni dopo l'apertura a quota 400 ha chiuso a 424 punti, con un massimo intra day di 435 punti. Il valore finale ha riportato il rendimento del nostro titolo al 5,69%. Ma la giornata odierna ha visto anche l'ennesimo calo dei rendimenti dei Bund che hanno chiuso all'1,45% ma sono scesi questa mattina al minimo storico dell'1,43%. Le tensioni internazionali hanno penalizzato anche i Bonos   spagnoli, che hanno sfiorato pericolosamente quota 500 (massimo di giornata a 492), chiudendo a 477 punti. Oggi intanto il Tesoro ha collocato 5,3 miliardi di Btp a tre anni a un tasso stabile del 3,91%, al di sotto del rendimento sul mercato secondario del 4,01% e contro il 3,89% dell'ultima asta. La domanda è stata pari a 1,5 volte l'offerta.  L'allarme Consob - "E' stato un anno abbastanza brutto ma ci sono le condizioni per venirne fuori. Fiducia!", ha provato ad alzare gli animi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa milanese, per l'incontro annuale con il mercato finanziario organizzato dalla Consob. Ma l'ottimismo non è di casa a Piazza Affari. Non a caso, il presidente Consob Giuseppe Vegas ha sottolineato come in Europa stia crescendo "l'insofferenza nei confronti della dittatura dello spread, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli". Il problema, ribadisce Vegas, non deve essere più il rigore a tutti costi ma mettere a punto "manovre di risanamento che possano garantire una crescita stabile". Debito pubblico da record - Per l'Italia altre pessime notizie arrivano dal fronte del debito pubblico, che a marzo è salito alla soglia record di 1.946,083 miliardi di euro. Una cifra allarmante a cui si è arrivati nonostante il piano di tagli e soprattutto di tasse lanciato dal governo tecnico di Mario Monti. A febbraio il debito pubblico si era attestato a quota 1.928,226 miliardi, mentre a gennaio era stato ritoccato il precedente record, con 1.934,980 miliardi di euro. Le cifre sono state rese pubbliche nel supplemento al bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla finanza pubblica.      

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