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Ci si mette anche Bankitalia:spierà i nostri conti correnti

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Dopo l'Agenzia delle Entrate anche la banca centrale ci passerà ai raggi X

Francesco De Domincis
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  Stretta in banca per i furbetti delle tasse e  sul denaro sporco: controlli a raffica sui conti correnti delle persone fisiche, verifiche a tappeto sulle operazioni  con l'estero e lista nera delle attività più a rischio. Con la “scusa” dell'antiriciclaggio e della lotta all'evasione fiscale («strettamente collegati»), Banca d'Italia dà un giro di vite alle procedure per portare a galla fenomeni criminosi. Così allo sportello scatta  una vera e propria rivoluzione: basterà fare un po' di prelievi in contante di importi elevati (e tuttavia ancora  leciti) e correre il rischio di essere “schedati” e segnalati alla Guardia di finanza. Un salto di qualità  rilevante quello sugli accertamenti in banca, contenuto in una recente comunicazione dell'Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, gli sceriffi del riciclaggio. Nel dettaglio, via Nazionale ha  reso più stringenti gli «schemi operativi» destinati ai colletti bianchi degli istituti oltre che a notai, avvocati, commercialisti.  Di fatto obbligati  a passare ai «raggi X» una valanga di operazione relative ai conti, ai depositi e ai movimenti di denaro cash.      Un'impostazione che, in qualche modo, sembra creare il presupposto per la nascita di un nuovo Grande fratello dei conti correnti bancari. Dopo quello dell'agenzia delle Entrate gestito dalla Sogei (braccio informatico dell'amministrazione finanziaria), arriva quello targato Bankitalia. Anche se le informazioni che  usciranno (probabilmente) a ripetizione dagli sportelli bancari non arriveranno a via Nazionale, ma ai cervelloni della Guardia di finanza. Del resto, l'antiriciclaggio, per gli aspetti  investigativi e di polizia, è una competenza delle Fiamme gialle. Non a caso i nuovi schemi destinati agli istituti e ai professionisti, sono stati messi a punto «in collaborazione» con la Gdf, come spiega il documento di palazzo Koch. In pratica è stato creato un monitoraggio a 360 gradi, con  impegnative “indagini preliminari” da parte dei lavoratori bancari, che si trasformeranno, gioco-forza,  in novelli Sherlock Holmes del denaro sporco e dell'evasione tributaria. Forse anche per la crisi che favorisce la criminalità organizzata e la circolazione di denaro sporco, Bankitalia ha deciso di alzare il livello di guardia e i controlli saranno ancora più ampi  di quelli (non all'acqua di rose) in vigore finora. L'altra novità è lablack list o, meglio, l'elenco di «settori più esposti» a evasione e riciclaggio.Nella lista nera sono finiti: «attività di pulizia e manutenzione; attività di consulenza e pubblicitarie; settori dei materiali ferrosi, edile, dell'autotrasporto e del movimento terra, dei metalli preziosi, delle opere d'arte; mercati dei cosmetici; commercio all'ingrosso di olio e grano; scambio di servizi e diritti negoziati su piattaforme informatiche; attività di commercio di autoveicoli, di accessori per auto e di beni a contenuto tecnologico (computer, telefoni cellulari)». Dall'e-commerce agli autosaloni, dal trasporto all'edilizia, dalla consulenza alle oreficerie Bankitalia si fida di pochi. Due le categorie di monitoraggio: frodi fiscali internazionali e frodi nelle fatturazioni. Per stanarle, le banche dovranno controllare sia il profilo «soggettivo» (persone o società attive nelle transazioni finanziarie sotto la lente) sia quello «oggettivo» (tipo di operazione in ballo). In tutto sono state previste 37 distinte verifiche: dalla residenza ai bilanci aziendali, dai prelievi di contante ai paesi destinatari di un bonifico, dalle società di carta alle fatture per consulenze. Un cambio di passo notevole. Ma «l'evasione fiscale - motiva via Nazionale - in Italia ha dimensioni molto più ampie di altri paesi dell'Unione europea ed  è uno strumento utilizzato per precostituire fondi da reinserire nel circuito economico ovvero per agevolare articolate condotte criminose». E magari si darà una botta all'economia sommersa che, una ricerca della stessa Bankitalia diffusa ieri, indica in aumento proprio con la crisi. È stato registrato un balzo tra il 2006 e il 2008 in parte dovuto al botto del 2007: passando dal totale del 24,6% al 31,1% del Pil. Mentre iIl sommerso fiscale è aumentato di 3,5 punti percentuali, quello illegale di 3: totale 6,5 punti. Un quadro drammatico, quello dipinto dagli uomini del governatore Ignazio Visco. Che non ha avuto scelta e ha alzato il velo sul Grande fratello no stop. di Francesco De Dominicis  

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