"E' più efficace sia sulla psoriasi che sull'area muscoloscheletrica"
Qual è il profilo tipico di un paziente che soffre di artrite psoriasica? L'artrite psoriasica si può manifestare sotto diverse forme, con una variabilità anche nel decorso e nelle articolazioni colpite. E' una malattia dal quadro clinico molto complesso: può interessare le articolazioni periferiche, le articolazioni degli arti superiori ed inferiori e le inserzioni tendinee (entesi). Esistono inoltre dei segni distintivi della malattia: la dattilite, il cosiddetto dito a “salsicciotto”, che si manifesta con gonfiore omogeneo di un dito della mano o del piede per infiammazione dei tendini e delle articolazioni del dito interessato, e l'entesite, infiammazione del punto d'inserzione dei tendini e dei legamenti sull'osso (le più comuni sono l'entesite calcaneare, la tendinite achillea o la fascite plantare). L'AP può interessare anche la colonna vertebrale. La malattia può manifestarsi in una sola di queste articolazioni o anche in più contemporaneamente. In Italia colpisce circa 600.000 persone, che equivale all'1% della popolazione. Come si diagnostica la malattia? Si tratta di una diagnosi essenzialmente clinica e di competenza reumatologica. Tra tutti gli specialisti dell'apparato locomotore, e cioè il reumatologo, il fisiatra e l'ortopedico, l'unico in grado di diagnosticare l'AP è il reumatologo. La psoriasi può precedere l'interessamento articolare: il 20-30% dei pazienti affetti da questa malattia prima o dopo avranno l'artrite psoriasica. Non ci sono esami specifici da effettuare e la diagnosi si pone essenzialmente in base al quadro clinico (segni di infiammazione a carico delle articolazioni o dei tendini, presenza di psoriasi cutanea, psoriasi delle unghie) e alla storia clinica del paziente (storia di psoriasi nei familiari di I grado), durante la visita specialistica. Dal momento che le alterazioni tipiche dell'AP sono presenti anche in altre malattie reumatiche, come ad esempio la gotta o l'artrosi, trovandoci di fronte un paziente affetto da psoriasi, che arriva al nostro centro perché accusa dolore all'apparato muscolo scheletrico, dobbiamo stabilire se il paziente ha l'artrite psoriasica o un altro tipo di artrite. Cosa vuol dire per un paziente essere affetto da AP e quali sono le conseguenze sulla qualità di vita del paziente? L'artrite psoriasica è una malattia reumatica infiammatoria cronica che viene considerata una malattia “erosiva” e quindi invalidante e che, se non curata, può essere causa di disabilità. Dobbiamo tenere ben presente che già la psoriasi è una condizione pesante da sopportare; è associata a un importante peggioramento della qualità della vita e interessa tutte le sfere del quotidiano di chi che ne è colpito, anche perché esteticamente visibile. Quando alla psoriasi subentra l'artrite la situazione può diventare davvero insostenibile per il paziente. Ecco perché la diagnosi tempestiva dei primi segnali di artrite psoriasica può aiutare a prevenire o limitare il danno articolare che compare negli stadi avanzati della malattia. Quali sono le terapie attualmente utilizzate? Quali sono le novità terapeutiche in commercio? La terapia dell'artrite psoriasica ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi 20 anni. Solitamente in una prima fase si ricorre ai farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) particolarmente efficaci nel contrastare sia il dolore sia la rigidità articolare oppure per le forme più aggressive si utilizzano i cortisonici sia per via intra-articolare che sistemica. Se il paziente non risponde a questi trattamenti si passa ad altri farmaci (ex. metotrexato, ciclosporina, azatioprina). Le moderne conoscenze in materia di biologia molecolare hanno permesso di produrre una nuova classe di farmaci cosiddetti “biologici”: questa categoria di farmaci ha sicuramente cambiato la prognosi della malattia. Queste terapie rappresentano uno dei maggiori progressi ottenuti dalla medicina negli ultimi anni in campo terapeutico, essendo in grado di attenuare la gravità e l'estensione della malattia sia a livello cutaneo che articolare. La Società italiana di Reumatologia, in particolare, è stata la prima a proporre delle Raccomandazioni per l'utilizzo dei farmaci biologici per il trattamento del paziente con artrite psoriasica. Anche se dobbiamo dire che al momento questi farmaci vengono utilizzati solo quando le terapie tradizionali falliscono. In che cosa consiste l'innovatività di ustekinumab rispetto alle terapie precedenti? I farmaci biologici attualmente in commercio approvati per il trattamento dell'artrite psoriasica agiscono bloccando la citochina TNF (fattore di necrosi tumorale), una proteina che ha il potere di innescare processi infiammatori come quelli alla base di questa malattia, ma non tutti i pazienti traggono beneficio da queste terapie. Ustekinumab, al contrario, grazie al suo innovativo meccanismo d'azione, agisce bloccando altre due citochine: l'interleuchina 12 e l'interleuchina 23 che sono a loro volta collegate all'interleuchina 17. Si tratta di un nuovo asse che potrebbe avere verosimilmente un ruolo più importante nel trattamento dell'artrite psoriasica rispetto al Tnf α. Il vero vantaggio di ustekinumab, rispetto agli altri biologici anti Tnf, è dato dal fatto che questo trattamento risulta più efficace sulla componente psoriasica oltre che su quella muscolo scheletrica ovviamente. Questo farmaco, con il suo diverso meccanismo d'azione, ha dimostrato di essere efficace nel trattare i segni e i sintomi di tutti i pazienti con artrite psoriasica attiva nonostante precedente terapia e rappresenta una nuova ed interessante opzione terapeutica in reumatologia. (LARA LUCIANO)