Capolavoro Umbria, la Regione sbaglia data e va in Cina a vuoto
Quando si dice portarsi avanti col lavoro. C'è qualcosa di meravigliosamente dadaista, nel viaggio in Cina in cui s'è prodotta la delegazione della Regione Umbria, causa incontro enogastronomico «preparato da sei mesi della durata di otto minuti all'Università di Shanghai», confessa il capospedizione, il funzionario Giovanni Trapani. Sono diventati otto minuti d'imbarazzo romanzesco. Accade che,la spedizione, gonfia d'orgoglio, di ciccioli, tozzetti e strangozzi e altri potenti prodotti locali, abbia volato per 9000 chilometri in linea d'aria, 22 ore scali compresi, per non perdere quell'epico evento. E che il folto gruppo perugino, stretto nel protocollo per non sfigurare, si sia sì presentato nel luogo giusto, con gli abiti giusti, all'orario giusto. Sono stati i portieri dell'Università ad informare che, purtroppo, era il giorno ad essere sbagliato. A colpi di zelo erano arrivati 24 ore prima. Terrorizzati, ma senza perdersi d'animo, Trapani e i suoi hanno allora stanziato -lì per lì, in carico all'Ente- altre 20 ore per preparare in loco l'incontro, a costo di far andare a male ciccioli e strangozzi. Altro colpo: il biglietto aereo era chiuso. E, vuoi per non perdere i denari del viaggio, vuoi per non rimanere ostaggio dei cinesi, la spedizione è rientrata a casa. Proprio il giorno dell'incontro. Giusto il tempo di sbarcare, cena a base di riso cantonese e salutino ai bidelli. Perugia, secondo i dati del Tesoro, oggi è la città meno performante d'Italia. Farlo sapere anche in Cina non era un obbligo, ma un dovere istituzionale... di FRANCESCO SPECCHIA