Perché i terroristi jihadisti in Italia sono diversi dalle Br
Ieri Libero ha dedicato il suo titolo più importante alla presenza di un consistente numero di simpatizzanti del terrorismo islamico in terra veneta. Immigrati di seconda generazione, spesso figli di rifugiati, che sognano la guerra santa e guardano con crescente passione all'avanzata del califfato in Iraq e in Siria. Sempre ieri, a poche ore di uscita in edicola del nostro giornale, da Venezia è giunta notizia che la locale Procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati cinque persone, tutte sospette di essere reclutatori di «combattenti», ossia di gente pronta all'uso delle armi, da spedire ad Aleppo o altrove se ne renda bisogno in nome del jihad. All'inchiesta dei magistrati della Laguna si sarebbe giunti dopo un lungo lavoro del Ros e della Digos, le forze dell'ordine incaricate di seguire l fenomeni legati al terrorismo. In Veneto i carabinieri e la polizia avrebbero tenuto d'occhio per mesi almeno una trentina di persone, teste calde che per conto dell'islam progetterebbero azioni violente o per lo meno si interesserebbero a come realizzarle. Tuttavia ciò che emerge fra Verona e Belluno non è affare solo dei veneti, ma anche del resto d'Italia, perché se fra Arena e Dolomiti c'è chi sogna il Califfato non è che altrove si stia meglio. Clicca e leggi la versione integrale dell'editoriale di Maurizio Belpietro in versione pdf