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Lo schiaffo del governo a Venezia. Alberghi vuoti? Gli mandano i profughi

Nicoletta Orlandi Posti
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Venezia non è mai stata alla moda, “in” o adeguata a speculazioni commerciali e alberghiere: Venezia, infatti, è patrimonio dell'umanità, anzi Venezia è l'Umanità. Da anni, però, il capoluogo lagunare soffre di un degrado che pare inarrestabile al punto che i residenti domenica sfileranno lungo le calli cittadine per manifestare il loro disappunto contro l'invasione di abusivi e clandestini. Non bastasse una situazione già ai limiti dell'emergenza, in questi giorni il governo Renzi ha smistato in laguna altri profughi provenienti da Reggio Calabria (l'intero Veneto lunedì ne ha dovuti accogliere 180 dal capoluogo calabrese e ieri altri 97 da Crotone. E non è finita). Proprio nel periodo in cui turisti da ogni parte del globo visitano la città di San Marco, Roma, invece d'incentivare e finanziare un recupero delle bellezze artistiche e dei musei lagunari, provvede al collasso delle strutture ricettive. La Prefettura, infatti, fa sapere che la sistemazione di altri 260 migranti appare problematica e lancia un appello: «Al fine di fronteggiare la situazione, il Prefetto di Venezia si è rivolto nuovamente alla Federalberghi al fine di acquisire l'eventuale disponibilità di strutture ricettive di categoria medio-bassa, non mancando al riguardo di sottolineare come la corresponsione pro capite di 35 euro al giorno potrebbe compensare gli operatori del settore della stagione turistica non particolarmente brillante». Cari veneziani, dimenticate che la vostra città è un museo a cielo aperto con strutture alberghiere da sogno, lo Stato italiano investe in clandestini per risolvere la vostra crisi. Pussino via turisti con gli occhi a mandorla, tedeschi, americani, ed ecco la new economy del turismo politically correct favorito dal duo meraviglia Alfano-Renzi. La Mecca del turismo internazionale sarà ridotta ad un'alcova per profughi a spese dello Stato romano che investe un patrimonio di euro per favorire l'approdo di costoro sulle coste italiane. Ironia della sorte, Venezia è capitale di quel movimento indipendentista, forte del 90% dei veneti, fomentato e giustificato da 21 miliardi di euro di residuo fiscale annuo che la Regione lascia allo Stato. I Serenissimi probabilmente eviterebbero di finanziare la costipazione di clandestini in laguna proprio nel momento in cui i riflettori del cinema e delle star internazionali illuminano la scena veneziana. Queste, però, sono considerazioni notoriamente razziste e contrarie alla Costituzione. Renzi non lo dice expressis verbis, ma anche quella di Venezia è una riforma: al posto della chiesa dei Frari sorgerà una moschea, il campanile di San Marco sarà sostituito da un minareto e Locanda Cipriani diventerà un Cous cous food. La sinistra, impegnata da anni nello smantellamento della Serenissima, canterà vittoria: finalmente anche la laguna sarà maomettizzata e multirazziale. Il Prefetto civile di allora, il Serenissimo Marco Antonio Bragadin, morto martire nel 1571 dopo indicibili torture inflittagli dalla mano araba per difendere l'onore e la reputazione di Venezia, si rivolterà nella tomba. L'italianissimo Prefetto di oggi farà invece i salti di gioia insieme a Mustafà, Renzi e Bergoglio! di MATTEO MION

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