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Orgasmo, ricercatori italiani: "Il punto G non esiste, è una zona molto più estesa"

Gian Marco Crevatin
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E' in gran parte italiano lo studio che non solo smentisce uno dei miti più longevi della sessualità femminile, il famigerato punto G, ma anzi, ne nega definitivamente l'esistenza. Gli studiosi italiani dell'università dell'Aquila e di Tor Vergata, in una corposa rassegna svolta con colleghi francesi e messicani negano l'esistenza di un particolare punto del corpo femminile fulcro del piacere sessuale ma individuano l'esistenza di una area molto più estesa e complessa che permette il verificarsi dell'orgasmo. La mappa del piacere - I ricercatori avrebbero individuato una sorta di mappa intima battezzata CUV (complesso clitoro-uretro-vaginale), che include tessuti, muscoli, ghiandole e utero. Zone tutt'altro che passive al raggiungimento dell'orgasmo femminile, ma anzi, strutture altamente dinamiche e sensibili tanto che gli autori dello studio stigmatizzano i ginecologi che maldestramente "maltrattano" questa parte anatomica così sensibile. "La vagina è un tessuto attivo e sessualmente importante che va rispettato" preciserà il professore di endocrinologia e sessuologia all'università de L'Aquila e capo dello studio, Emmanuele Jannini. 

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