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Lampedusa, turisti in calo Niente immigrati, ma l'immagine è rovinata

Nicoletta Orlandi Posti
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Lampedusa è al collasso, con un calo delle presenze turistiche di oltre il 60%. A lanciare l'allarme sono gli albergatori dell'isola, che lamentano come per colpa dell'immagine devastata di questa perla delle Pelagie, identificata da molti come approdo di immigrati provenienti dalle coste africane, i turisti questa estate se ne siano tenuti alla larga, determinando una crisi senza precedenti. Il calo dura da tre anni, da quando nella primavera 2011 arrivarono 6.000 maghrebini spinti verso nord dall'incertezza delle cosiddette primavere arabe. «Da allora è stato sempre peggio», spiega Lino Maraventano, vicepresidente del Consorzio albergatori dell'isola, «ma quel che è più grave è che dall'inizio dell'operazione Mare nostrum, e cioè da un anno, i migranti giunti a Lampedusa sono davvero pochi, perché vengono intercettati in mare aperto dalle unità italiane e accompagnati a Pozzallo e negli altri porti siciliani. Sull'isola gli extracomunitari non arrivano più». Eppure questo non è bastato per risollevare il turismo. Anzi, la situazione è peggiorata, perché nell'immaginario collettivo quando si parla di sbarchi, il fenomeno viene sistematicamente identificato con Lampedusa, nonostante le rotte dei viaggi della speranza si siano spostate verso la Sicilia orientale. E nonostante anche il Centro di prima accoglienza sia adesso praticamente vuoto. «Lampedusa soffre una crisi senza precedenti, connessa al crollo dell'immagine», sottolinea Lino Maraventano, «che viene anche alimentato da notizie false, come l'inverosimile epidemia di ebola, che hanno indotto i turisti a scegliere altre mete per le proprie vacanze. L'economia locale è molto più che sofferente, è in perdita costante e ci sono strutture alberghiere in piedi da 40 anni, che adesso - e siamo in alta stagione - hanno più del 50% di camere vuote. Luglio l'abbiamo perso, in questo agosto stiamo lavorando a regime ridotto, per settembre non ci sono quasi prenotazioni. Così non si può andare avanti». Gli imprenditori dell'isola chiedono lo sgravio delle tasse dal 2011 a oggi, «perché non abbiamo i soldi per pagare», spiegano, «e con la fine dell'estate che si avvicina, per rivedere qualche euro dovremo attendere la prossima». Per far sentire le proprie ragioni hanno stilato un documento inviato al governo, nel quale sottolineano come Lampedusa, ma anche la vicina Linosa, soffrano due crisi parallele: da un lato, quella che investe da alcuni anni l'Italia intera e dall'altro, la crisi locale causata dal fenomeno migratorio. Non è tutto, a pesare sulla crisi c'è anche l'alto costo dei biglietti aerei dalle principali città italiane, con voli charter offerti a prezzi niente affatto popolari. «Il prezzo dei biglietti aerei», lamentano gli operatori turistici, «è carissimo e anche per quanto riguarda i voli di linea non va meglio: basti pensare che Palermo-Lampedusa, che è una tratta sociale, costa 80 euro. Di questo passo chiudiamo tutti». di ALBERTO SAMONÀ

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