Condono fiscale da 500 miliardi
La signora delle tasse annuncia che d'ora in poi il Fisco non inseguirà più gli evasori ma si limiterà a fermarli. Par di capire dall'intervista che Rossella Orlandi ha concesso ieri al Corriere della Sera che il nuovo corso non punterà più sulle imposte vecchie, quelle che l'Agenzia delle Entrate non riesce a far pagare, ma sulle nuove, maturate dal 2012 in poi. Ogni anno, ha spiegato la signora, si stima che vengano evasi tributi per 120 miliardi e lo Stato riesce a recuperarne al massimo 13, mentre il resto va in cavalleria. Dunque gli ispettori dovranno concentrarsi sui 107 che sfuggono, cercando di portarli a casa. Il discorso della dirigente che ha sostituito Attilio Befera alla guida dell'ufficio più temuto dai contribuenti pare di buon senso, perché a dar retta alle statistiche il recupero dell'evasione è una goccia nel mare di tasse non pagate. Ciò nonostante il ragionamento nasconde di fatto una delle parole più aborrite degli ultimi anni ossia il condono. Far pagare le imposte più recenti dimenticando quelle del passato significa in pratica una maxi sanatoria per chi ha fatto il furbo. I soldi sfuggiti al Fisco ma che il Fisco non riesce a incassare pare superino i 500 miliardi, ossia circa un quarto del nostro debito pubblico. E adesso Rossella Orlandi che fa? Dice tranquillamente: scusate, questi quattrini non riusciamo a recuperarli... Continua a leggere l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi, 12 agosto, o sull'edizione digitale