Il sottosegretario Ferri e quel messaggino per il Csm,
Un sms che sta scuotendo la magistratura. E' un messaggino arrivato su chissà quanti cellulari di giudici e pm che oggi e domani devono votare per il rinnovo del Cs. Perché fa discutere questo messaggio? Per il mittente soprattutto perché a spedirlo è stato il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri che lunedì scorso ha annunciato la riforma della giustizia in dodici punti , ma soprattutto esponente della corrente più moderata delle toghe, quella di Magistratura indipendente di cui è diventato leader indissusso. Rimasto tale – come fa notare il Corriere della Sera - anche qunado Letta lo ha chiamato nella compagine governativo. Questa è la grande accusa che gli muovono i suoi accusatori. Il messaggio contestato - Ma qual è il messaggio contestato? “Per le prossime elezioni Csm mi permetto di chiederti di valutare gli amici Lorenzo Pontecorvo (giudice) e Luca Forteleoni (pm). Ti ringrazio per la squisita attenzione». Il problema è la firma, aggiunta subito dopo: «Cosimo Ferri”. Il messaggio di propaganda elettorale firmato dal sottosegretario Ferri ha sollevato un polverone tra i magistrati proprio alla vigilia del rinnovo del Csm. Molti lo accusano che, dopo la scissione di Alfano e il passaggio di Forza Italia all'opposizione restò nell'esecutivo di essere un tecnico, riuscendo ad essere confermato anche nella squadra di Renzi. “ Il quale – sottolinea il Corriere - si sentì rimproverare quella scelta, nel primo Consiglio dei ministri, direttamente dal guardasigilli Orlando, democratico fresco di nomina, anche perché c'era già un viceministro ex berlusconiano designato del Nuovo centro destra di Alfano, Costa; ma il premier replicò che ormai la squadra era fatta e quella rimaneva”. I suoi accusatori sono il giudice di Cassazione Pier Camillo Davigo il procuratore di Torino Marcello Maddalena e il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita che sostengono altri candidati e che considerano quel messaggino un'interferenza su cui dovrebbe intervenire il ministro Orlando. Ferri si difende spiegando che non si tratta di propaganda ma di consigli privati.