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Grant for Fertility Innovation anche un italiano tra i vincitori

Andrea Borini tra i nove vincitori del prestigioso (e ricco) premio destinato da MerckSerono a finanziare progetti di ricerca innovativi nel campo della fertilità

Maria Rita Montebelli
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L'annuncio è venuto nel corso del 30° meeting annuale della Società europea di Embriologia e Riproduzione Umana (ESHRE) appena concluso a Monaco di Baviera:nel biennio 2014-15 MerckSerono ha destinato un finanziamento di oltre 2 milioni di euro ad una serie di progetti di ricerca innovativi nel campo, appunto, della fertilità e della riproduzione umana. Il premio è nato nel 2009 per incoraggiare progetti di ricerca in grado di migliorare le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) e incrementare così i risultati e soluzioni concrete al problema dell'infertilità, e in circa 5 anni ha ricevuto oltre 6oo richieste di ‘applications' da più di 50 paesi. Quest'anno i 9 vincitori – che si divideranno i 2 milioni di euro – provengono dal Canada, dagli Stati Uniti (2), dal Brasile, dalla Spagna, dall'Italia, dalla Turchia, dal Giappone e dall'Australia, a dimostrazione dell'universalità della ricerca e, indirettamente, del problema infertilità. Andrea Borini. Dal 1993 responsabile clinico e direttore scientifico del centro di fecondazione assistita di Tecnobios Procreazione a Bologna, Andrea Borini si è aggiudicato uno dei 9 premi messi a disposizione per il quinto anno consecutivo a livello mondiale da Merck Serono. Insieme all'Università Politecnica delle Marche e a uno spin off dell'Università di Trieste, lavorerà per 3 anni per mettere a punto un test in grado di identificare i gameti femminili migliori, in termini di chance di avere una gravidanza: uno degli obiettivi più ambiti per chi si occupa di medicina della riproduzione, perché permetterebbe di accorciare il time to pregnancy, il tempo cioè che una coppia impiega per arrivare a concepire. "A oggi la valutazione dello stato degli embrioni avviene con l'esame morfologico, cioè dell'aspetto, che però non è efficiente, visto che almeno il 40% degli embrioni non si impianta – ha dichiarato Andrea Borini, ritirando il premio a Monaco – In aggiunta si può eseguire la diagnosi preimpianto per le aneuploidie cromosomiche, ma si tratta di una tecnica molto costosa che solo una piccola percentuale di coppie sceglie di eseguire". Alla fine del progetto italiano, invece, l'idea è quella di ottenere un test semplice e poco costoso e con una buona capacità predittiva. Il progetto di ricerca. Ad essere studiate, grazie alla microspettroscopia a raggi infrarossi, saranno le cellule della granulosa, cellule che si trovano nel follicolo e che abbracciano l'ovocita, permettendo il passaggio degli ormoni necessari allo sviluppo del gamete. In uno studio pubblicato nel 2013, Borini aveva già dimostrato la possibilità di analizzare con la tecnica degli infrarossi queste cellule, e di ottenere così delle informazioni sullo stato di salute degli ovociti. "Adesso dobbiamo studiare un numero consistente di cellule uovo, almeno 200, per poter elaborare un algoritmo che a partire dai valori delle cellule della granulosa possa predire cosa succederà all'ovulo", spiega ancora Borini. Scatterà a questo punto la seconda parte dello studio che prevede la realizzazione di uno studio randomizzato su almeno 530 ovuli in due bracci: nel primo i gameti verranno analizzati dal punto di vista morfologico, nel secondo con il nuovo test, mettendo così a confronto diretto la capacità di predire la possibilità di avere una gravidanza.

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