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Mondiali, l'eterno conto alla rovescia: ma quando finisce?

Giulio Bucchi
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Ci siamo. La pacchia è finita. La speranza di poter vivere un'estate normale si dissolverà stasera, spazzata via dal fischio d'inizio dei quarti di Brasile 2014. Gli uomini non vedono l'ora, per me è un'agonia. Mi ero illusa che con due giorni a disposizione dei propri istinti anche i più restii tra i tifosi si sarebbero illuminati, arrivando (finalmente) a capire che non vale la pena progettare le proprie giornate in funzione di qualche partita. Che non è poi una tragedia perdersi il calcio d'inizio di Belgio-Stati Uniti. Che una serata trascorsa fuori casa, lontano dal divano, val bene qualche sacrificio. Specie se questo sacrificio si trasforma in beneficio per le varie controparti femminili. Ma, ahimè, tutto questo non è successo. Le feste gli uomini se le sono godute, o così ci hanno fatto credere mentre nel buio delle loro stanze contavano i minuti che li separavano dalle ultime battute di Brasile 2014 (nella foto Ap, un tifoso olandese). «Questo Mondiale sembra un film», ribadiscono eccitati non appena ne hanno l'occasione, «persino gli americani hanno capito quanto può essere bello giocare a pallone». E sarà. Ma il senso estetico degli yankee non è cosa da addurre a prova di bontà di un campionato mondiale al quale continuo a preferire il cinema. Quello vero e non presunto, quello che sarà off-limits ancora per poco. Dopotutto mancano solo 9 giorni. di Claudia Casiraghi @CLCasiraghi

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