Berlusconi: fare battaglia per i diritti civili degli omosessuali
Ieri, la sua compagna Francesca Pascale aveva annunciato l'iscrizione all'Arcigay. Una mossa provocatoria, seguita a ruota da quella di Vittorio Feltri, la cui passione per le donne è arcinota. "Noi siamo per la libertà, senza discriminazioni, convinti che sia necessario superare i pregiudizi che generano equivoci, banalità, insulti noiosi e stupidi" aveva scritto Feltri. E oggi il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è sceso in campo per la difesa dei diritti di gay e lesbiche. "Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti", ha detto l'ex premier. Una apertura, la sua, che arriva all'indomani del Gay Pride. "Da liberale, ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà", ha aggiunto. Una cambio di passo, quello di Berlusconi, il quale in più occasioni in passato era stato messo sotto accusa per alcune battute sugli omosessuali. Nel novembre 2010, intervenendo sul caso Ruby, quella più famosa: " Meglio appassionarsi alle belle ragazze che essere gay". Nel 2005: "In Italia sono santificati solo i comunisti e i gay" Nel 2008: "Meglio occuparci di infrastrutture e trasporti che di omosessualità". Nel 2009: "Ragazzi. se tutto va bene mi sa che veramente ve le porto le veline, le minorenni, altrimenti ci prendono tutti per gay". E ancora: "Mi hanno detto di tutto, manca solo che mi dicano che sia gay". Battute. Chi conosce Berlusconi sa bene come il leader azzurro non sia certo stato un oscurantista sui temi delle coppie di fatto e dei diritti degli omosessuali. Dopo le parole di Berlusconi, il distinguo del senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia): "Bisogna rispettare i diritti e evitare discriminazioni. Ma resto convinto che matrimoni gay e adozioni da parte di coppie gay siano una scelta sbagliata che non condivido. Oggi, come ieri".