Yara, l'esperto: "Ecco cosa serve per incastrare il colpevole"
Basta una decina di nanogrammi di sangue per incastrare il killer. Parola del tenente colonnello Giampietro Lago dei Ris di Parma, uno dei genetisti che ha estrapolato il Dna di "Ignoto 1" dai resti di Yara. In una intervista rilasciata a Repubblica Lago spiega che "un nanogrammo è un miliardesimo di grammo" e rivela che sul caso della ragazzina di Brembate sono state fatti un migliaio di rilievi "ma una volta che abbiamo acceso il faro siamo stati capaci di estrarre il Dna perché in questi quadrati si è trovata la componente maschile e siamo arrivati a 'Ignoto 1'". In linea generale, spiega il tenente colonnello dei Ris: "se su corpi così decomposti c'è una componente maschile così copiosa, vuol dire che che la traccia, per resistere così tanto tempo, era abbondante. Cioè l'assassino si ferisce leggermente, quella che lascia è una traccia pulita, ma poi la degradazione è fortissima". E ancora: "Il Dna di un tizio non s'inventa. Se c'è, è quello. Posso però contaminarlo con quello dei tecnici, o per altri rilievi, non a caso abbiamo il Dna di chiunque sia entrato in laboratorio". "Nel Dna", continua Lago, "ci sono i polimorfismi, cioè segmenti di Dna diversissimi tra individui. E così, dopo varie caratteristiche, la probabilità che ci siano due Dna uguali diventa di zero virgola tanti zeri, infinitamente di più della popolazione mondiale. E sul caso Yara", conclude il genetista, "sono stati comparati ventuno marcatori".