Il Tar riapre il fascicolo: il poliziotto transgender potrebbe rientrare in servizio
Nel 2007 è stato licenziato dal Ministero degli Interni. Giorgio Asti, sorpreso dai colleghi mentre indossava abiti da donna nel suo tempo libero, ha dovuto lasciare la polizia. L'uomo, che oggi ha 52 anni e risiede a Venezia, potrebbe però rientrare presto in servizio. Il Tar del Veneto, infatti, ha deciso di accogliere l'ennesimo ricorso dell'ex agente e ha ordinato al Viminale di rivedere il caso. I fatti risalgono al 2005, quando il poliziotto fu avvistato mentre si aggirava tra i vicoli della Serenissima con indosso minigonna, canotta e orecchini. Lui, intervistato dal Corriere della Sera, allora aveva commentato così l'accaduto: "Sì, ho indossato vestiti da donna, ma non sono gay, né transessuale. E mi sento un vero poliziotto. Mi piacciono gli abiti femminili, fin da bambino. È un mio modo di sentire estroso, anticonformista, non certo immorale". La diagnosi medica - Ora, però, la sua linea difensiva è cambiata: "In questi anni lui ha riflettuto molto ed è arrivato alla consapevolezza della sua situazione, che è definita in letteratura e riguarda un uomo su 30 mila", spiegano i suoi legali. Asti, insomma, avrebbe capito di essere un transgender Alla luce di questi risvolti, i giudici del tribunale amministrativo hanno invitato i vertici della polizia a rivedere la decisione presa con "eccesso di potere e illogicità della motivazione" e a tener conto dei certificati medici presentati da Asti, dove si legge che l'uomo è affetto da un disturbo dell'identità di genere. L'avvocato Auciello, soddisfatto per la decisione del Tar, ha dichiarato: "Abbiamo dimostrato, certificati alla mano, che il nostro cliente non era una persona da sanzionare con un provvedimento gravissimo come l'espulsione, ma al contrario andava aiutata.