Sindacati nemici del lavoro
Savino Pezzotta, a lungo segretario della Cisl, quando lasciò l'incarico giurò e spergiurò che si sarebbe ritirato a fare il contadino. Dai suoi si fece perfino regalare una motozappa, promettendo che l'avrebbe impiegata per dissodare il giardino. In realtà, dopo appena due anni era già in Parlamento, a fare e disfare partiti, passando dalla Rosa di centro all'Udc e infine al gruppo Misto con simpatie per Scelta civica. Pezzotta è un esempio e neppure il più significativo delle porte girevoli che collegano sindacato e politica. Si entra nel primo per poi passare alla seconda. Perché spesso - anzi, quasi sempre - una carriera in Cgil, nella Cisl o nella Uil agevola lo sbarco a Montecitorio. Se si dà retta al libro inchiesta di Stefano Livadiotti, nella scorsa legislatura erano una settantina gli onorevoli con alle spalle un'esperienza nelle tre confederazioni: un partito con più eletti della Lega, dell'Idv , di Sel e perfino dell'Udc, di fatto il vero terzo polo. (...) Leggi l'editoriale completo di Maurizio Belpietro su Libero in edicola sabato 3 maggio