La moda dei nuovi partiti? Iniziò a Terni coi "titini" del Bar dello Sport
"Fare subito un partito comunista indipendente che permetta a coloro che sono in crisi a causa di Mosca di liberarsi dall'incubo del Cremlino". E' il celebre giornalista Ilario Fiore a scrivere queste parole e ad attribuirle a Comunardo Morelli, primo sindaco di Terni (1946-48) e anziano militante comunista. L'articolo, comparso su Settimana Incom nel 1949, ha un titolo inequivocabile: "Il Secondo PCI nascerà in un bar di Terni". I titini del Bar dello Sport - Stando alla ricostruzione di Fiore, il Nuovo Partito Comunista Italiano nasce nel caffè di Morelli, il Bar dello Sport. Un partito anti Cominform, antesignano di quei movimenti di dissenso oggi molto in voga in Italia. La rottura tra Tito e Stalin ha avuto gravi ripercussioni anche in Italia: il PCI espelle senza mezzi termini i "dissidenti", tra i quali nomi importanti come Giuseppe Maras, ex comandante della divisione "Italia", protagonista della liberazione di Belgrado, allontanato dopo un viaggio in Jugoslavia nel 1949. Attivi nell'opera di "repressione" sono in particolare l'onorevole Carlo Farini ("fanatico comunista emiliano, discepolo cresciuto nel vivaio di Mosca", si legge nel pezzo di Fiore) ed Arrigo Bulow Boldrini, ex comandante partigiano e presidente nazionale dell'ANPI. Morelli, non attende l'espulsione, preferendo dimettersi da sindaco e dal PCI nel 1948. Onore a Tito! - Come Maras anche i ternani avevano lottato con gli slavi: nel 1944, infatti, tra Terni e Spoleto aveva operato il battaglione montenegrino "Tito". E' plausibile, dunque, che l'esperienza nella guerra civile a fianco dei compagni d'oltre Adriatico abbia cementato nei ternani un legame con il titoismo che neanche i provvedimenti di Farini sono riusciti ad incrinare. Quanto al "Tito" umbro l'odio anti-italiano dei suoi combattenti ha reso onore al sinistro nome che portava. di Marco Petrelli twitter: @marco_petrelli