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Forza Italia, Fitto e Brunetta capilista: le Europee saranno primarie

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Ignazio Stagno
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Alla fine Silvio Berlusconi ha trovato la quadra e, per evitare un nuovo strappo, concesso a Raffaele Fitto ciò che chiedeva, cioè di poter correre alle elezioni Europee. Il via libera è arrivato solo ieri nel corso di un vertice a Palazzo Grazioli, ma è frutto di un lungo lavorìo diplomatico. Dopo che la Cassazione gli ha confermato l'incandidabilità, l'ex premier si è reso conto di avere bisogno, accanto ai volti nuovi che comunque metterà in lista, anche di un buon numero di «portatori di voti». L'ormai ex Cavaliere è tornato sui suoi passi anche per scongiurare il rischio che, forzando troppo la mano, il partito vada in mille pezzi, soprattutto nelle Regioni del Sud. Per evitare che scattasse l'arrembaggio alle liste, però, serviva una regola. Quella fissata al tavolo attorno al quale era seduti Paolo Romani, Renato Brunetta, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Denis Verdini e Raffaele Baldassarre, capodelegazione al Parlamento europeo nonché fedelissimo dell'ex governatore della Puglia, è riassumibile così: no ai parlamentari nazionali in corsa per Strasburgo, eccezion fatta per i capilista, che saranno Renato Brunetta nella circoscrizione Nord Est e Raffaele Fitto in quella Sud. Gli altri due capilista - non parlamentari - saranno il suo consigliere politico Giovanni Toti nel Nord Ovest e il vicepresidente uscente della Commissione Europea, Antonio Tajani, al Centro. L'unica casella vuota è nella circoscrizione Isole, delicatissima specie perché in Sicilia è molto forte il Ncd di Angelino Alfano. L'ex coordinatore regionale di Forza Italia dell'Isola Gianfranco Micciché è disponibile a candidarsi, ma il presidente preferirebbe un nome diverso. Secondo qualcun altro, invece, quello delle Isole sarebbe il collegio messo eventualmente «a disposizione» di una delle due figlie, Barbara o Marina. Le Europee del 25 maggio e la corsa dei big azzurri in un sistema elettorale con le preferenze si tramuterà inevitabilmente in una sfida per la leadership del futuro, la fine di un confronto che dura da mesi. Fitto già a dicembre definì l'ipotesi che Toti venisse nominato coordinatore azzurro «una umiliazione di una classe dirigente». Ora i due potranno sfidarsi a suon di preferenze, ciascuno dei candidati potrà dimostrare quanto vale e, di conseguenza, passare all'incasso quando sarà il momento di distribuire incarichi o scegliere il candidato premier. Dietro ai capilista ci saranno tutti gli europarlamentari uscenti, mentre l'ex premier sarebbe «dubbioso» sull'ipotesi di una candidatura di Claudio Scajola. L'ex ministro dell'Interno, fresco di assoluzione per la vicenda della casa al Colosseo, è però in campagna elettorale da settimane e non accenna a volersi fare da parte. Sabato sarà agli Stati generali di Fi a La Spezia, ha ripreso in mano le redini del partito in Liguria e conta di poter incassare un numero rilevante di preferenze nel Nord Ovest. «Ci sarà», assicurano dalla sua città. Liberato dagli arresti domiciliari, vorrebbe candidarsi anche per dimostrare la sua capacità di raccogliere preferenze anche l'ex sottosegretario Nicola Cosentino. Berlusconi avrebbe detto no, ma dai «cosentiniani» arrivano segnali inequivocabili: le dimissioni della senatrice Eva Longo da vicecoordinatore a Salerno e le proteste di Ciro Falanga. «Dobbiamo restare uniti», intima Luigi Cesaro, ma qualcuno nota strani movimenti attorno alla giunta di Stefano Caldoro, che è riuscita ad approvare il bilancio con un solo voto di scarto. Sempre dalla Campania potrebbe arrivare un'altra novità: Clemente Mastella, eurodeputato uscente, potrebbe “cedere” il posto alla moglie, Sandra Lonardo, che ieri ha pranzato a Napoli con Francesca Pascale. di Paolo Emilio Russo

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