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Renzi, il dubbio resta: era opportuno?

Maurizio Belpietro
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Eccolo qui. Lo abbiamo cercato per più di una settimana e finalmente lo abbiamo tra le mani. Quello che pubblichiamo a fianco e dettagliatamente nelle pagine interne è il contratto del famoso appartamento di via degli Alfani a Firenze, pieno centro storico, cinquecento metri da piazza del Duomo, un quarto d'ora a piedi da Palazzo Vecchio. Si tratta dell'alloggio in cui ha risieduto il premier Matteo Renzi  quando era sindaco, dal 14 marzo 2011 fino a pochi mesi fa. Quarto piano, cinque vani oltre accessori, per un canone di locazione che inizialmente fu fissato in 900 euro al mese ma che un anno dopo fu portato a 1.200, ovvero 14.400 euro l'anno, da corrispondersi  nel domicilio del proprietario di casa oppure con le modalità convenute tra le parti. Chi firma il contratto e prende in affitto l'abitazione? Non Renzi, che pure vi si trasferisce dopo essere diventato sindaco del capoluogo toscano, ma Marco Carrai, un imprenditore amico del presidente del Consiglio, come lo stesso Carrai aveva rivelato in una lettera inviata a Libero la scorsa settimana. Perché lo fa? Perché cioè stipula un contratto di locazione? La risposta non è chiarissima. Quasi certamente non per andare ad abitarci, perché Carrai ha residenza altrove. Dunque? Alla risposta si arriva solo per deduzione: l'affitta per trovar casa a Matteo Renzi, il quale da quando è divenuto primo cittadino di Firenze si è messo in testa di prendere la residenza in città, trasferendola da Pontassieve, Comune a 15 chilometri in linea d'aria dal centro. Il futuro inquilino di Palazzo Chigi non vuole rimanere nel paesino in cui vive con la famiglia, ma intende diventare fiorentino a tutti gli effetti  e dunque prima trasloca in una casa in via Malenchini, quattrocento metri da Palazzo Vecchio, poi fa due conti e decide di cambiare un'altra volta. L'alloggio a due passi dal municipio infatti gli costa mille euro, ma a quella spesa si somma l'Ici che, essendo l'abitazione  di Pontassieve divenuta seconda casa per effetto del cambio di residenza, il sindaco è costretto a pagare nonostante l'abolizione dell'imposta voluta da Berlusconi. Insomma, troppi soldi per uno stipendio solo da primo cittadino.   E qui, si deduce, entra in scena l'amico Carrai, che affitta casa ufficialmente per sé ma in realtà ospita il sindaco, cioè colui che in seguito diventerà prima segretario del Pd e poi presidente del Consiglio. Quante volte dorme Renzi nell'attico di via degli Alfani? Non si sa. Poche, a detta del suo entourage, che ovviamente minimizza, spiegando che l'appartamento è usato come base d'appoggio, un luogo dove trovare riposo dopo lunghe sedute consiliari o riunioni di giunta. Tutto qui? Ogni cosa al suo posto? Probabilmente sì: si è trattato di un aiuto che un amico imprenditore ha offerto all'amico sindaco. Un gesto di solidarietà maschile fra persone che si conoscono da anni. Nella ricostruzione però rimane un piccolissimo neo, che nessun contratto ancorché reso pubblico potrà mai cancellare: è opportuno che un sindaco si faccia pagare da un imprenditore l'affitto di casa? Per di più da un imprenditore che ha molteplici affari e poi viene nominato in importanti incarichi che hanno a che fare con l'amministrazione pubblica guidata dallo stesso sindaco? Ecco, questo il contratto che pubblichiamo in esclusiva nelle pagine interne non ce lo dice. Secondo Carrai, che ce lo ha scritto in una lettera, sì, non c'è nulla di male. Tuttavia, forse, il solo che potrebbe illuminarci, chiarendo il suo pensiero a proposito dei fatti descritti, è proprio il presidente del Consiglio. Lui e solo lui potrebbe confermarci se le cose sono andate come abbiamo ricostruito e, soprattutto, se certi rapporti tra sindaco e imprenditore non sono da rimproverare. PS. Qualcuno dirà che per una casa in affitto la facciamo troppo lunga. Può darsi che abbia ragione. Ma la casa di cui parliamo non è quella di via degli Alfani ma quella di cui abbiamo dato le chiavi a Renzi, cioè l'Italia. Una casa che più trasparente è, meglio è.   di Maurizio Belpietro twitter @BelpietroTweet    

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