Crimea, ecco cosa succede dopo il referendum
La Crimea ha votato sì per l'annessione alla Russia. All'indomani del referendum nel quale il 96,6% dei cittadini della Crimea ha scelto l'indipendenza dall'Ucraina, il parlamento crimeano si è riunito in una sessione straordinaria, nella quale 88 dei 95 deputati hanno votato a favore della dichiarazione di indipendenza, che recita: "La repubblica di Crimea intende costruire le sue relazioni con gli altri stati sulla base dell'eguaglianza, la pace, i principi di buon vicinato e gli altri principi di cooperazione politica economica e culturale universalmente riconosciuti". L'assemblea ha poi proclamato la Repubblica di Crimea come Stato sovrano indipendente e ha fatto ufficialmente richiesta di adesione alla Russia, aggiungendo che tutti i beni dello Stato ucraino saranno nazionalizzati. Il presidente dell'assemblea regionale crimea, Vladimir Konstantinov ha infatti dichiarato: "Tutto quello che si trova qui, sul territorio, lo nazionalizzeremo. Le unità militari saranno dissolte, e quelli che vorranno potranno rimanere a vivere qui". La nazionalizzazione delle società è infatti già iniziata, e poco fa le due aziende energetiche attive nella penisola - la Chornomornaftohaz e la Ukrtransgaz - sono passate al controllo dello stato. L'annessione è già iniziata - L'avvicinamento della Crimea alla Russia è già iniziato. Mentre il premier filo-russo della Crimea, Sergiy Aksyonov, è in partenza per Mosca, insieme a una delegazione di parlamentari e ministri, il parlamento ha introdotto questa mattina il rublo come seconda moneta ufficiale accanto alla grivnia ucraina, che potrà essere usata fino al primo gennaio del 2016, per poi essere definitivamente sostituita dalla moneta russa. Inoltre tutte le cariche dello stato resteranno solo fino all'adozione della nuova Costituzione. Reazioni dal mondo - L'autoproclamata Repubblica di Crimea si è poi rivolta al resto del mondo, che non ha avuto reazioni positive ai risultati del referendum, tanto che Usa e Ue lo hanno definito non legittimo. "La Repubblica di Crimea - hanno dichiarato i parlamentari - fa appello alle Nazioni Unite e a tutti i Paesi del mondo a riconoscerci come stato indipendente". Le tensioni però restano alte e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato che "gli Stati Uniti e la comunità internazionale non riconosceranno mai il referendum sulla Crimea e sono pronti con gli alleati europei a imporre ulteriori sanzioni alla Russia per le sue azioni". L'approvazione russa - Il parlamento russo ha deciso di riunirsi domani - 17 marzo - per discutere della nuova situazione politica che si è formata in seguito al referendum; nel corso dell'incontro verrà stilato un documento strategico, "che precede la formulazione legislativa della riunificazione della Crimea", ha dichiarato alla stampa Leonid Slutsky, presidente della commissione della Duma per la Comunità degli Stati Indipendenti, l'organismo che raggruppa le Repubbliche ex sovietiche. E anche Vladimir Putin, soddisfatto dei risultati delle votazioni, domani parlerà della Crimea in un discorso che sarà pronunciato di fronte al Parlamento russo riunito in seduta comune.