Thiago Motta immaturo, Sergio Conceiçao già nel pallone
Nella 22esima giornata il testa a testa tra Napoli e Inter infiamma ancora una volta gli animi degli amanti di questo sport e soprattutto i tifosi delle due compagini. Quella di Conte che annienta al Maradona la Juventus e quella di Inzaghi che si esibisce al Via del Mare di Lecce rifilando un secco 4-0 alla squadra di Gianpaolo. Della esibizione dell’Intera Lecce, oltre ad una netta superiorità, c’è da esaltare ancora una volta la maturità della squadra che evidenzia velocità, fluidità di gioco e soprattutto facilità nell’andare a rete ora che anche Lautaro è ritornato al massimo della forma. Sicuramente una rivale per chiunque voglia lottare per lo scudetto, che Conte definisce bella mediaticamente al contrario della sua squadra che non si da mai per vinta e reagisce a qualsiasi avversità.
Come è successo contro la Juventus quando nel primo tempo sembrava subire la squadra bianconera che addirittura andava in vantaggio con il nuovo arrivato Kolo Muani, a segno perché favorito da un passaggio sbagliato di Anguissa. Nella ripresa entrava in campo un altro Napoli che di forza pareggiava addirittura con Anguissa, per niente abbattuto dall’aver favorito il vantaggio iniziale juventino, e poi con Lukaku che su rigore trovava addirittura il gol della vittoria a coronamento di un secondo tempo in cui aveva annichilito la squadra di Thiago Motta, che perdeva nell’occasione l’imbattibilità ancora una volta da situazione di vantaggio.
Nella Juventus sembra affiorare immaturità di tutti, mister compreso, che potrebbe frenare la corsa della squadra anche verso l’obiettivo minimo della qualificazione in Champions, nonostante che non ci siano grandi avversari, almeno per il quarto posto. Non regge più la scusante di Thiago Motta che incolpa i tanti impegni della sua squadra come causa di questi cedimenti oltretutto contro il Napoli che deve pensare alla sola partita settimanale.
Bene la Fiorentina di Palladino che espugna l’Olimpico battendo meritatamente la Lazio per 2-1. Bella partita a Como dove l’Atalanta in rimonta batte meritatamente la squadra locale, 2-1, con una doppietta di Retegui capocannoniere. Ottima prestazione della Roma di Ranieri che va vincere a Udine per 2-1. Per ultimo Milan-Parma che, a S.Siro, aveva visto la squadra rossonera prevalere 3-2 su quella emiliana, con uno svolgimento talmente turbolento da essere vietato ai malati di cuore. Si presentava in campo con Leao ed Hernandez, in precedenza artefici della vittoria in Arabia, questa volta però in versione ridotta di spettatori non paganti e risentendo del loro mancato rendimento era costretta a rincorrere la squadra di Pecchia sempre in vantaggio. Un Milan insomma scombinato tatticamente. Il sigaro acceso del mister e il balletto inscenato dopo la vittoria di Riad erano ormai un ricordo, come un ricordo erano Leao e Hernandez, i due artefici di quella vittoria che non rientravano in campo dopo l’intervallo, perché sostituiti dal mister per scarso rendimento. Stava salendo più la tensione che il gioco visto in campo e gli animi si facevano bollenti.
Tant’è che al 77’ scattava l’ira di Calabria per la sostituzione e a fine partita, senza l’intervento di Fofana, sarebbero volate botte, davanti a tutti, tra giocatore e allenatore. Certamente non era un bello spettacolo quello che si presentava all’occhio dello spettatore che,tra l’altro, stava fischiando la squadra perché al 90’ perdeva ancora 2-1. È bastato però che nei 6 minuti di extratime prima Reijnders, il migliore in campo, pareggiasse e Chukwueze addirittura segnasse il gol del vantaggio, perché i fischi diventassero applausi. Trionfava così la volubilità dei tifosi, di buono però c’erano solo i tre punti. A rimanerci male era solo il Parma che non meritava la sconfitta.