Giorgia ma anche Penelope: la tela del premier non finisce mai
Un blog che si chiama Penelope non può sorvolare sul nuovo "riferimento" del presidente del Consiglio: Penelope appunto. È a lei, alla mitologica moglie di Ulisse che ha fatto riferimento Giorgia Meloni nel suo intervento all'evento La Ripartenza organizzato a Milano da Nicola Porro. Perché Penelope? In fondo non sembrano molti i punti in contatto tra le due signore: una aspetta una vita il suo sposo partito per la guerra di Troia e intanto tesse la tela, che di notte disfa per procrastinare un incontro ravvicinato con i proci che la insidiano. L'altra, la premier, conosce di sicuro dei mezzi per depistare gli scocciatori, ma certo non è una donna che aspetta vent'anni: se deve agire o prendere una decisione importante, di solito lo fa in tempi rapidi. E poi conoscevamo Giorgia Meloni appassionata del genere fantasy, dei libri di Tolkien e del Frodo dei Signore degli Anelli, meno delle opere di Omero. Ma la citazione è importante e coglie nel segno perché arriva nel mezzo di un discorso proiettato sull'impegno costante a favore dell'interesse nazionale, quell'impegno che l'opposizione con il favore di una parte della magistratura vuole provare a mettere in dubbio, a fare venire meno. <Io non mollo>, ha detto Meloni commentando l'indagine a suo carico e <se ad alcune toghe piace la politica, allora si candidino>. Da capo del governo è dunque disposta a fare tutti i sacrifici necessari per portare a casa dei risultati, anche a tessere la tela come Penelope <che in confronto a me avrebbe tessuto le tende per lo stadio Olimpico...>. Insomma, c'è chi rema contro, ma anche lei ha i suoi stratagemmi con cui rispondere. Proprio come Penelope.