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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Lucia Esposito
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Un marziano è sbarcato ieri a Reggio Emilia. L'alieno, di nome Mario Monti, si è intrattenuto per qualche ora con alcuni sindaci italiani, festeggiando il duecentoquindicesimo anniversario del Tricolore. Per l'occasione, l'extraterrestre ha anche rilasciato dichiarazioni sulla situazione economica del nostro Paese, sostenendo la «necessità di evitare una pressione fiscale eccessiva che scoraggi gli sforzi produttivi individuali e la competitività». Ovviamente, l'essere venuto da Marte non ha nulla a che vedere con il Mario Monti che da un paio di mesi occupa la poltrona di presidente del Consiglio. Che il premier e il soggetto arrivato da un altro pianeta abbiano lo stesso nome è solo una buffa coincidenza. Del resto, il tecnico che ha ideato una manovra costituita per il novanta per cento di sole tasse (percentuale certificata da un'autorità indipendente come La Repubblica), non potrebbe mai dire che troppe imposte rischiano di ridurre gli sforzi produttivi e la competitività. Ci sarebbe motivo per dubitare della sua  lucidità mentale. Uno che stanga e tartassa i contribuenti non può certo  fare poi l'elogio dello Stato che contiene le imposte. Che i due non abbiano nulla a che spartire, se non il nome e cognome che portano, è poi documentato da ciò che il marziano ha detto in seguito. Non solo ha criticato la pressione fiscale, ma ad un certo punto l'alieno si è pure occupato degli evasori, dimostrando di avere una perfetta conoscenza della situazione del nostro Paese (si vede che da lassù, dal pianeta denominato Bocconi, a volte ci guardano). Il Monti extraterrestre infatti ha detto che a mettere le mani in tasca agli italiani  è chi non paga le tasse. «È inammissibile»,  ha dichiarato, «che i lavoratori subiscano sacrifici mentre una parte importante della ricchezza fugge alla tassazione». Il marziano le ha insomma cantate chiare all'altro Monti, a quello che negli ambienti francofoni,  dopo l'incontro con Sarkozy, è stato soprannominato Bonjour Tristesse. Il discorso era un chiaro messaggio al bocconiano dell'anno. Una critica dura alle misure appena varate, tutte incentrate su nuove imposte e per giunta interamente a carico di lavoratori e gente che non evade un euro. La manovra, come è noto, ha colpito i risparmi regolarmente dichiarati, le case regolarmente possedute, la benzina, il tabacco e i consumi, non certo gli evasori, ai quali per farla franca è bastato spostare gli yacht o i capitali all'estero per sfuggire agli ispettori del Fisco. Il Monti atterrato in astronave, criticando i provvedimenti dell'altro Monti, dà prova di non essersi fatto ingannare dalla propaganda di fine anno scattata con l'operazione Cortina. La retata di evasori nella conca ampezzana era un modo per finire sui giornali, non certo per farla finita con chi non versa le imposte. E così l'E.T. sbarcato a Reggio Emilia dimostra di essere alieno ma non scemo. Infatti ha capito subito che se si vogliono scovare gli evasori non c'è bisogno di posti di blocco e blitz nei luoghi glamour. Per conoscere i nomi di chi, pur dichiarando redditi da morto di fame,  se la spassa tra auto di lusso e imbarcazioni da favola, è sufficiente rivolgersi al Pra e confrontare l'elenco con il modello unico consegnato al Fisco. A noi, che non possediamo i mezzi dell'Agenzia delle entrate, risulta che su 600mila auto da sogno, 188mila siano possedute da poveri in canna, che non incassano neppure ventimila euro lordi l'anno. Altre 237mila vetture da nababbi sono invece di proprietà di signori che sbarcano il lunario con redditi oscillanti fra i 20 e i 50mila euro. Tralasciamo i proprietari di aerei ed elicotteri, il 41 per cento dei quali fa una vita grama con poche decine di migliaia di euro lordi l'anno, che immaginiamo basteranno appena per due pieni ai velivoli da loro detenuti. Scrutando i dati non c'è necessità di recarsi a Cortina, con conseguente aggravio di costi di missione. Basta che gli ispettori dell'Agenzia delle entrate confrontino i dati e chiedano ai fortunati possessori di auto, yacht e elicotteri come facciano a mantenerli. Scovare gli evasori non è difficile, basta volerlo. E soprattutto crederci, come fa il marziano, il quale vorrebbe colpire chi non paga le imposte e non aumentarle  ai contribuenti onesti. L'altro Monti, quello che pare venuto dalla Luna tanto è sobrio, alla lotta all'evasione invece pare non crederci per nulla. Anziché lasciare in pace i contribuenti che le tasse le pagano, il Monti tassator cortese li ha stangati. Per evitare la bancarotta dell'Italia ha messo le mani in tasca alle persone per bene, evitando di metterle in quelle delle persone per male. Se fossero veri i propositi bellicosi di questi giorni, considerando che l'evasione è stimata in 120 miliardi di euro, sarebbe stato  sufficiente recuperare un quarto di quella somma per non pretendere un solo euro in più dagli italiani che non sottraggono al Fisco i loro redditi. Ma nella manovra del Monti presidente del Consiglio di soldi recuperati dagli evasori non c'è traccia: i soli iscritti a bilancio provengono dai soliti noti. La conclusione è una sola: per far andar meglio questo Paese, restituirgli un po' di equità e far pagare le tasse a chi non lo fa, forse sarebbe meglio rivolgersi a un alieno piuttosto che a un professore. Forse ha ragione la professoressa Chiara Saraceno, che durante un Ballarò di qualche settimana fa, a proposito degli economisti, ha ricordato che in genere non ne azzeccano una. di Maurizio Belpietro

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