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È la Merkel la nemica del Made in Italy

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La Germania non vuole l'obbligo di origine nelle etichette per tutelare le sue imprese più importanti e affossare il nostro export

Ignazio Stagno
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Sarà anche una signora non troppo avvenente, ma a Frau Merkel il triangolo piace eccome. La Germania è tra i paesi europei quello che di più lucra sulle importazioni parallele Extra-Ue che poi fa diventare merci comunitarie ottenendone la libera circolazione. La Coldiretti al Brennero e ieri davanti a Montecitorio con tanto di maiali al seguito ha lanciato la campagna di Natale in difesa del Made in Italy, ma a veder bene gli interessi in gioco vanno molto al di là di prosciutti e pomodori. Coinvolgono tutto il sistema manifatturiero europeo. Tanto che così come la Germania ha preteso il fiscal compact, l'Italia - può contare su solide e maggioritarie alleanze - dovrebbe imporre un industrial compact. La battaglia si gioca sull'introduzione dell'obbligatorietà di etichettatura d'origine dei prodotti europei. Ha una valenza doppiamente strategica: costringerebbe le industrie a riportare le produzioni nel continente e frenerebbe lo smottamento qualitativo dei consumi. Esattamente per questo la Germania si oppone, insieme a inglesi, olandesi e svedesi, all'etichetta d'origine obbligatoria. La crisi per i triangolatori tedeschi e del Nord Europa è infatti un ottimo affare. Continua a leggere l'approfondimento di Carlo Cambi su Libero di venerdì 6 dicembre

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