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Decadenza Berlusconi, il Senato fa fuori il Cav tra noia e sbadigli

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Giulio Bucchi
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Sono quasi le due di pomeriggio della giornata storica, quella che doveva essere l'ultima del ventennio di Silvio Berlusconi. Le tv impietosamente riprendono il dibattito sulla decadenza del Cavaliere all'interno dell'aula del Senato. Ha preso la parola per Forza Italia Manuela Repetti. Grida, tuona, accusa, e si appassiona con i capelli tirati indietro. Al suo fianco la guarda sognante con occhi pieni di amore Sandro Bondi. Alla fine del discorso è lui a spellarsi le mani da vero tifoso. Nell'aula si sentono altri due soli battimano: sono di Carlo Giovanardi e di un senatore del Nuovo centrodestra che gli siede a fianco. Giovanardi aveva da poco terminato il suo vibrante intervento, e in aula è restato per cortesia. L'altro gli faceva da scudiero. Nessun fischio per la Repetti, e come si poteva? L'aula era vuota, tutti a mangiare. Nella buvette del Senato - come per gran parte della giornata, campeggiava il senatore a cinque stelle Mario Michele Giarrusso, una sorta di idrovora, che assorbiva ogni delizia per il palato presente in loco. È un omone grande e  grosso, e bisogna pure alimentare un fisico così. Stessa ora per strada, sotto un cielo plumbeo, gran dispiego di camionette e blindati di polizia e carabinieri. Ma di gente comune manco l'ombra: nemmeno il capannello di curiosi che di solito fa da ali all'ingresso dei vip a palazzo Madama.   Leggi l'articolo integrale di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, giovedì 28 novembre  

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