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Scissione Pdl, Renzi si smarca"Non porteremo noi la croce"

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Matteo torna rottamatore: tace e manda avanti i suoi per chiedere rimpasto o urne anticipate. Teme che Forza Italia capitalizzi i voti d'opposizione

Andrea Tempestini
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Resta in silenzio, Matteo Renzi. E non cede nemmeno alla tentazione di scrivere qualcosa su Facebook o su Twitter. Parlerà questa sera, da Fabio Fazio, a Che tempo che fa. Ma più che sulla scissione del Pdl, rispetto alla quale probabilmente se la sbrigherà con una battuta delle sue, sarà interessante ascoltare cosa ha da dire sul governo delle larghe intese. Nella cerchia dei suoi, infatti, ieri si registrava un importante cambio di passo: ora che il Pdl è venuto meno, bisogna ridiscutere se ha ancora senso per il Pd sostenere questo governo. La preoccupazione, infatti, è che il Pd - e dall'8 dicembre Renzi - rimanga da solo a sostenere un governo sempre più annaspante e su cui ogni giorno si scatenerebbe il fuoco di Berlusconi e Grillo. (...) Come spiega Elisa Calessi su Libero di domenica 17 novembre, dopo la scissione del Pdl, Matteo Renzi si smarca e torna rottamatore: "Non porteremo noi la croce", avverte. Il sindaco tace e manda avanti i suoi per chiedere il rimpasto o le urne anticipate. Il timore è che Forza Italia, mentre lui diventerà segretario del Pd, capitalizzi i voti d'opposizione. Leggi l'approfondimento di Elisa Calessi su Libero di domenica 17 novembre

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