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Letta cerca già un altro lavoro:basta Pd, meglio un posto Ue

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Niente gara con Renzi per la premiership, Enrico usa il governo per il salto europeo: esclusa la poltrona di Barroso, punta al «ministero» degli Esteri

Matteo Legnani
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Girano diversi aneddoti su Enrico Letta. Tutti a sostegno di una tesi: l'attuale premier non è tipo che ama la battaglia in campo aperto. «È un bravissimo gestore, un amministratore di condominio, è sempre stato così fin dalla giovanile della Dc», spiega un ex margheritino. Per questo, dice chi lo conosce, è escluso che “Enrico”, come ha ipotizzato l'altro giorno da Guglielmo Epifani, sfidi “Matteo” (Renzi) in primarie per il governo del Paese. L'obiettivo di Letta - che ieri ha detto di sentirsi «più forte di Allegri», l'allenatore del Milan, perché lui «dipende totalmente da Berlusconi, io dipendo dal Parlamento», è un altro. E ci sta lavorando non da oggi. Riguarda un incarico di peso nelle istituzioni europee, che poi è il punto da cui è cominciata la carriera di Letta. Certo, il sogno sarebbe la presidenza della Commissione. Ma con un italiano, Mario Draghi, alla Bce, di fatto la più importante istituzione europea, è difficile, spiega chi frequenta i corridoi di Bruxelles. Più realistico, invece, è puntare al ruolo di numero due della Commissione. Cioè alla poltrona di Alto rappresentante degli Affari Esteri, oggi ricoperta da lady Catherine Ashton.  Leggi l'approfondimento di Elisa Calessi su Libero in edicola martedì 12 novembre

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