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Trattativa, il pentito Onorato:"Volevamo uccidere Andreotti"

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La confessione del collaboratore di giustizia solleva un velo sui primi anni novanta: "La mafia voleva uccidere tutti i politici, pure Martelli". Intanto manca all'appello la missiva del "testimone" del Colle

Ignazio Stagno
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Un piano per uccidere Giulio Andreotti. A raccontarlo è il collaboratore di giustizia Francesco Onorato nella sua deposizione durante l'udienza del processo sulla trattativa Stato-Mafia. "Salvatore Biondino mi disse che per quanto riguarda il progetto di uccidere Giulio Andreotti e il figlio, si stavano interessando i fratelli Graviano a Roma. C'era qualche problema perchè gli venne rinforzata la scorta. Ma l'omicidio si sarebbe fatto", afferma Onorato davanti al pm Di Matteo parlando del fallito attentato contro il giudice Giovanni Falcone all'Addaura. E proprio su quel mancato attentato afferma Onorato: "Mi disse che eravamo stati noi a mettere in giro la voce che era stato Falcone stesso a mettersi la bomba. Dovevamo far diventare Falcone come un bugiardo, un uomo di poco conto. Mi disse anche che questa era una pressione fatta dai politici". "I politici nel mirino" - E aggiunge: "Nella lista delle persone da uccidere, come seppi da Salvatore Biondino, l'ambasciatore della commissione, c'erano Lima, Andreotti e suo figlio, gli ex ministri Mannino, Vizzini, ma anche Martelli. Siamo stati noi a far eleggere Martelli come ministro della Giustizia: nel 1987 avevamo finanziato la sua campagna elettorale con 200 milioni di lire. E poi mantenne le promesse, perché fece dare gli arresti ospedalieri ad alcuni mafiosi”.Poi la più grave delle affermazioni: “Non è mai esistita una trattativa fra mafia e Stato, c'è sempre stata una convivenza fra la mafia e lo Stato”.  

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