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Feltri racconta la "sua" Italia"E' cialtrona e generosa"

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L'augurabile fuga di Berlusconi dai giudici, la «guerra civile», la stampa poco libera Il fondatore di «Libero» racconta, con Sangiuliano, «Una Repubblica senza patria»

Ignazio Stagno
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L'Italia non è soltanto un' «espressione geografica». Ha rischiato molte volte di ridursi all'irrilevanza, ma è sempre riuscita a trovare le energie per risalire la china. Dal 1861 ad oggi è andata così: del doman non v'è certezza. Anche perché la nazione Italia, costantemente sul punto di disfarsi, come Prezzolini aveva intuito agli inizi del secolo scorso, non ha un aspetto rassicurante e mai, per la verità, lo ha avuto. È stata infatti monarchica controvoglia, più per inerzia che per vocazione. È poi diventata repubblicana più per reazione e necessità, oltre che per esterne influenze. Di conseguenza non si è conquistata in centocinquant'anni di storia unitaria una fisionomia riconoscibile fondata sulla condivisione di valori condivisi. All'insegna della relatività si è negato il privilegio di diventare una Patria, dopo i disastri dell'ultima guerra, sulla quale costruire una Repubblica che è una sorta di “plesso” costituzionale e civile nel quale si dovrebbero riflettere l'indole, il carattere, la cultura, i costumi, le tradizioni di un popolo.   L'augurabile fuga di Berlusconi dai giudici, la guerra civile, la stampa poco libera il fondatore di Libero racconta, con Gennaro Sangiuliano, "Una Repubblica senza patria. Storia di 'Italia dal 1943 ad oggi".   Leggi l'approfondimento di Gennaro Malgeri su Libero di sabato 26 ottobre

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