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Al via iter per norma contro "negazionismo"

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Fino a tre anni di carcere e 10mila euro di multa per chi nega l'olocausto. Si lavora in commissione giustizia, ma razzismo problema culturale

Michele Chicco
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Fino a tre anni di carcere e multa fino a 10mila euro per chiunque si macchi del reato di "negazionismo". Il ddl che punta all'introduzione di questa nuova norma del codice penale compie i suoi primi passi. Al Senato, in commissione giustizia, il ddl di Silvana Amati e di cui è relatrice Rosaria Capacchione (entrambe del Pd) ha raccolto firme trasversali, raccogliendo consenso anche tra l'opposizione. Oltre a Pd, Pdl e Scelta Civica, infatti, hanno firmato anche i 5 Stelel, Grandi autonomie e Misto-Sel.  Reati - Il provvedimento, composto da un solo articolo, modifica la legge 654 del 1975, come modificato dalla legge Mancino. Reclusione e multa non sono solo per chi nega l'olocausto, ma anche per chiunque ponga in essere attività di apologia, negazione, minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, così come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale. Ma non solo: a rischio c'è anche chi "propaganda idee, distribuisce, divulga o pubblicizza materiale o informazioni, con qualsiasi mezzo, anche telematico, fondato sulla superiorità o sull'odio razziale, etnico o religioso, ovvero, con particolare riferimento alla violenza e al terrorismo se non punibili come più gravi reati, fa apologia o incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, anche mediante l'impiego diretto od interconnesso di sistemi informatici o mezzi di comunicazione telematica ovvero utilizzando reti di telecomunicazione disponibili". Legge - Lodevole l'iniziativa dei senatori in commissione giustizia: il razzismo e il negazionismo sono mali che vanno combattuti, ma si spera che insieme alle norme si punti anche ad un lavoro squisitamente culturale. Provare ad impedire comportamenti malsani e punire severamente azioni razziste è, infatti, una delle strade possibili da seguire, ma magari sarebbe bello immaginare un Paese che non abbia bisogno di norme per evitare abomini di sorta. Ed è un lavoro da commissione cultura più che giustizia.

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