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Il bluff sulle consulenzeIn sette anni zero tagli

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Le spese sono rimaste inalterate dal 2007: un miliardo e 300 milioni. E molte amministrazioni non forniscono i dati

Antonio Castro
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Correva l'anno Domini 2007. Renato Brunetta, allora ministro della Funzione Pubblica, denunciava le consulenze: "L'esborso totale di tutto quest'aiuto esterno, nel 2006, è costato oltre 1,3 miliardi di euro". Anno Domini 2013: martedì 13 agosto. «I costi che ancora oggi si sostengono», dice il nuovo ministro della Pa, Gianpiero D'Alia, intervistato da Radio Anch'io, "per auto blu e di servizio, e per le consulenze, sono eccessivi: non possiamo permetterci come Stato oltre un miliardo di euro per le auto e oltre un miliardo e 250 milioni di euro per le consulenze". Sono passati quasi 7 anni dai fuochi accesi da Brunetta per tagliare le consulenze. In mezzo qualche tornata politica, una passata di diserbante (spending review), e una montagna di promesse. Risultato? I grandi tagli promessi - e mai attuati - hanno portato ad appena 50 milioni di tagli. Forse. In sette anni. Che, per carità, sempre meglio di nulla, però ci si aspettava qualcosina in più vista l'indignazione popolare per gli incarichi dati a pioggia. Visto che nel frattempo la macchina pubblica è dimagrita di appena 120mila unità (dati Aran) e che l'esercito dei dipendenti pubblici è rimasto all'invidiabile organico di 3.251mila persone in servizio permanente effettivo. Leggi l'approfondimento di Antonio Castro  su Libero in edicola mercoledì 14 agosto

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