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Re Giorgio terrorizza Bersani:"Cinque voti non ti bastano"

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Napolitano non cede alle pressioni del Pd, che vuole subito l'incarico: "Prima verificare i nuermi". Il Capo dello Stato non si pronuncerà prima di aver sentito i gruppi

Andrea Tempestini
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  di Salvatore Dama «Non pensavo fosse possibile organizzarsi per un nuovo papa così velocemente», ha detto il vice presidente americano Joe Biden incontrando Giorgio Napolitano: entrambi oggi saranno alla prima messa del nuovo Pontefice davanti ai leader del mondo. «In Vaticano sono più veloci della politica italiana...», ha risposto il presidente della Repubblica, con un'ironia che è tutto un programma. D'altronde, la liturgia della politica italiana ha i suoi tempi. Ma Re Giorgio ci tiene a non fare brutte figure davanti ai partner internazionali. Anche se, ammette, «non sarà così facile». Domani al Quirinale cominceranno le consultazioni con i partiti. Dureranno due-tre giorni al massimo. Terzo passo in scaletta, dopo l'elezioni dei presidenti delle Camere e l'elezione dei capigruppo. Inizierà la fase più delicata dell'inizio della nuova legislatura. Affidata a un capo di Stato il cui mandato volge al termine nel giro di qualche settimana. (...) Come spiega Salvatore Dama su Libero di martedì 19 marzo, Giorgio Napolitano non cede alle pressioni del Partito democratico. Il Presidente della Repubblica, prima di concedere l'incarico da premier, vuole vedere i numeri. Non basta, insomma, l'occupazione di Camera e Senato. Bersani, da par suo, preme per spuntarla e avere l'incarico. Ma il Capo dello Stato non si pronuncerà prima di aver sentito tutti i gruppi. E manda un messaggio molto chiaro: "Una maggioranza di cinque voti non basta". Il segretario democratico trema. Leggi l'approfondimento di Salvatore Dama su Libero di martedì 19 marzo  

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