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Conclave, ladisfatta dei favoriti:perché Scola e americani han perso

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L'italiano ha pagato la vicinanza a Cl, il brasiliano Scherer quella alla Curia, mentre invece ha fallito il gioco di squadra della coppia Dolan-O'Malley

Andrea Tempestini
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di Fausto Carioti Per un cardinale che diventa Papa ce ne sono altri che nel conclave hanno sfiorato il soglio di Pietro senza poterlo toccare. Per alcuni di loro il sogno – ammesso che tale sia stato – si è chiuso ieri sera. Altri, forse, avranno una nuova occasione.  Un nome su tutti: quello del 71enne Angelo Scola. La sua mancata vittoria colpisce quasi quanto la vittoria di Jorge Mario Bergoglio. L'arcivescovo di Milano, che è stato collaboratore di Ratzinger e rettore dell'Università lateranense, era il grande favorito della vigilia. Su di lui puntava il popolo di Comunione e Liberazione, da cui proviene. Ha probabilmente pagato proprio la vicinanza a Cl, non gradita a molti cardinali italiani, e la sua distanza dalla curia romana. Secondo gli scenari della vigilia, mai fallimentari come questa volta, poteva contare sull'appoggio di molti cardinali stranieri e soprattutto di quelli statunitensi, con i quali avrebbe potuto tessere cordate in grado di decidere l'esito della votazione. Si è visto come è andata. (...) Sul quotidiano di giovedì 14 marzo, il vicedirettore di Libero, Fausto Carioti, ci racconta la disfatta dei favoriti in Conclave. Eletto Bergoglio. Hanno perso il super-favorito Angelo Scola e gli americani. Carioti ci spiega il perché di questa sconfitta. L'italiano ha pagato la vicinanza a Comunione e Liberazione, mentre il brasiliano Scherer (altro papabile) quella alla Curia. Per quel che concerne gli statunitensi, invece, ha fallito il gioco di squadra Dolan-O'Malley. Leggi l'approfondimento di Fausto Carioti su Libero di giovedì 14 marzo

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