Conclave, ladisfatta dei favoriti:perché Scola e americani han perso
L'italiano ha pagato la vicinanza a Cl, il brasiliano Scherer quella alla Curia, mentre invece ha fallito il gioco di squadra della coppia Dolan-O'Malley
di Fausto Carioti Per un cardinale che diventa Papa ce ne sono altri che nel conclave hanno sfiorato il soglio di Pietro senza poterlo toccare. Per alcuni di loro il sogno – ammesso che tale sia stato – si è chiuso ieri sera. Altri, forse, avranno una nuova occasione. Un nome su tutti: quello del 71enne Angelo Scola. La sua mancata vittoria colpisce quasi quanto la vittoria di Jorge Mario Bergoglio. L'arcivescovo di Milano, che è stato collaboratore di Ratzinger e rettore dell'Università lateranense, era il grande favorito della vigilia. Su di lui puntava il popolo di Comunione e Liberazione, da cui proviene. Ha probabilmente pagato proprio la vicinanza a Cl, non gradita a molti cardinali italiani, e la sua distanza dalla curia romana. Secondo gli scenari della vigilia, mai fallimentari come questa volta, poteva contare sull'appoggio di molti cardinali stranieri e soprattutto di quelli statunitensi, con i quali avrebbe potuto tessere cordate in grado di decidere l'esito della votazione. Si è visto come è andata. (...) Sul quotidiano di giovedì 14 marzo, il vicedirettore di Libero, Fausto Carioti, ci racconta la disfatta dei favoriti in Conclave. Eletto Bergoglio. Hanno perso il super-favorito Angelo Scola e gli americani. Carioti ci spiega il perché di questa sconfitta. L'italiano ha pagato la vicinanza a Comunione e Liberazione, mentre il brasiliano Scherer (altro papabile) quella alla Curia. Per quel che concerne gli statunitensi, invece, ha fallito il gioco di squadra Dolan-O'Malley. Leggi l'approfondimento di Fausto Carioti su Libero di giovedì 14 marzo