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Berlusconi, a Napoli i pm preparano la trappola per la condanna lampo

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Giulio Bucchi
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  di Cristiana Lodi Nei giorni delle requisitorie e del pronunciamento della sentenze per i casi: Unipol - Ruby e Mediaset, a carico del Cavaliere potrebbe arrivare un nuovo e immediato processo. Corruzione e finanziamento illecito dei partiti: i reati contestati, solo una settimana fa a Silvio Berlusconi, dal terzetto togato napoletano Woodcock-Piscitelli-Grego. I magistrati danno l'impressione di voler accelerare, fino a saltare l'udienza preliminare per rinviare a giudizio l'ex premier con la formula del rito abbreviato. Non si spiegherebbe, altrimenti, la decisione adottata ieri dai pm stessi di respingere al mittente la richiesta di legittimo impedimento, presentata dai difensori di Berlusconi. Dati gli impegni politici, il leader del Pdl aveva chiesto di poter rinviare l'interrogatorio davanti ai pubblici ministeri che lo hanno messo sotto accusa per una presunta compravendita di senatori. E aveva indicato una data successiva al 15 marzo. Ossia a Parlamento insediato. I magistrati hanno respinto, lasciando intendere che da un momento all'altro potrebbero depositare in Tribunale un'istanza che cambierebbe la scena, trasformando Berlusconi da indagato a imputato.  L'accusa, basandosi su dichiarazioni  (tutt'altro che dimostrate) rilasciate dall'ex senatore dell'Idv Sergio De Gregorio alla vigilia delle manette, ritiene di avere raccolto «prove evidenti» per dimostrare che Berlusconi abbia pagato di propria tasca alcuni parlamentari. Scopo: il passaggio dalle fila della maggioranza a quelle del centrodestra, per far cadere il governo Prodi nel 2008. Eppure basterebbe fare un passo indietro e sbirciare la rassegna stampa di febbraio di quell'anno, per rendersi conto che a fare cadere il governo Prodi non è stato Sergio De Gregorio, ma la richiesta d'arresto della moglie di Mastella. All'epoca ministro della Giustizia. Era stata proprio quell'inchiesta a indurre l'Udeur a togliere la fiducia al governo del Professore.    Leggi l'articolo integrale di Cristiana Lodi su Libero in edicola oggi, mercoledì 6 febbraio    

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