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Ecco il trucchetto di Ingroiaper eleggere riciclati e fedelissimi

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Con le candidature in più circoscrizioni, il pm blinda i suoi parlamentari. Società civile sacrificata per Di Pietro, Ferrero e il suo portavoce. Lui opta per la Sicilia 2

Ignazio Stagno
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  di Paolo Emilio Russo Tutto già scritto, calcolato minuziosamente grazie ad un accordo per la spartizione delle poltrone che farebbe impallidire anche i ras democristiani degli Anni Settanta. Le liste di Rivoluzione Civile, il movimento di Antonio Ingroia, sono allo stesso tempo una barzelletta e una gigantesca presa in giro. La prova sta nel documento qua sopra, intercettato sulla scrivania di un dirigente ambientalista. Non c'è voto di elettore che tenga: i prossimi parlamentari sono già stati decisi a tavolino. Il sistema messo in campo dall'ex pm e dai suoi sodali Antonio Di Pietro, Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero e Luigi De Magistris è decisamente sofisticato. Partiamo dall'inizio: il magistrato, dopo avere commissionato sondaggi, è sicuro di superare la soglia di sbarramento e di poter eleggere 27 deputati. Sulla base di questa cifra -decisamente ottimistica - l'ex pm e la sua squadra hanno preparato il sistemone. Fulcro del meccanismo un sistema di triplette, con candidature multiple su diversi collegi, in grado di mascherare la spartizione per quote stabilite a tavolino. I truffati non sono soltanto gli elettori, ma anche i candidati stessi, specie quelli della cosiddetta società civile, che si sono messi a disposizione in buona fede: il sistema consentirà ai politici di professione di passare loro davanti, scavalcarli nella corsa per il Parlamento.(...) spiega Paolo Emilio Ruffo su Libero di giovedì 24 gennaio.  L'ex pm ormai è un politico di alta scuola. Sa tutti i trucchetti per piazzare i "vecchi" e fare fuori "quelli della società civile" che tanto ha pubblicizzato nei suoi comizi. Insomma con un sistema sofisticato, Ingroia per far spazio a Diliberto, Di Pietro e compagnia ha in pratica tradito tutti gli altri candidati. Dopo aver depositato le liste, la toga ha scatenato una bufera dentro la sua "Rivoluzione civile". Proteste e contestazioni che hanno portato a rotture insanabili con tanti sedotti e abbandonati dalla barba lunga dell'ex pm. Ormai lui è un politico di professione.    Continua a leggere l'articolo di Paolo Emilio Russo su Libero di giovedì 24 gennaio  

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