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La verità sul nuovo riccometro:è una patrimoniale mascherata

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Il nuovo modulo Isee fregherà gli anziani. La vera spending review è quella ai danni del ceto medio, che sarà costretto a intaccare ancora i suoi risparmi

Andrea Tempestini
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  di Fausto Carioti Portata la tassazione sui redditi a livelli oltre i quali non si può andare (la pressione fiscale effettiva è al 56%), il governo Monti ha messo gli occhi sul patrimonio sbagliato: non quello pubblico, ma quello privato, detenuto delle famiglie. Non c'è nulla di «democratico» in questa strategia fiscale, che nasconde anzi una presa in giro terminologica, per il motivo spiegato bene da Luigi Einaudi 67 anni fa: «Se noi facciamo pagare il 10% sul capitale o patrimonio di 2.000 lire, ossia 200 lire, noi facciamo la stessa cosa come se dicessimo: “I redditi di 100 lire debbono pagare un'imposta del 200 per cento”». Di solito, aggiungeva, «si preferisce parlare del reddito quando le imposte sono inferiori all'ammontare del reddito». Nel caso contrario, quando il reddito non è sufficiente a coprire le imposte, spunta l'esigenza «democratica» di colpire il patrimonio. In questo modo, infatti, «si dà l'impressione di lasciare al contribuente ancora il 90% del suo patrimonio; ma frattanto gli si porta via il doppio del reddito». Quale che sia il nome dell'imposta, per il contribuente il risultato non cambia: se la busta paga non basta, per pagare deve intaccare i risparmi. (...) Come spiega Fausto Carioti su Libero di mercoledì 23 gennaio, il nuovo riccometro (il nuovo modulo Isee, con i requisiti per chiedere i servizi sociali) è una patrimoniale mascherata che fa fessi gli anziani. Un'altra freagatura, insomma. La vera spending review? E' quella ai danni del ceto medio, che sarà costertto a intaccare ancora i suoi risparmi. Leggi l'approfondimento di Fausto Carioti su Libero di mercoledì 23 gennaio  

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