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Follia in India: ammettono l'errore ma si tengono i marò

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La Corte suprema riconosce: "Incidente in acque internazionali". Però cavilla sull'assenza di immunità

Andrea Tempestini
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di Maria Giovanna Maglie Non è vero che sia una mezza vittoria dell'Italia, l'Italia di Mario Monti è la ruota di scorta della politica estera europea, o esegue servilmente o non capisce tragicamente, e dopo i marò ha infilato l'altra bella impresa del Mali, una guerra stolta e sanguinosa  tutta ahimé ancora da vedere.  Non è vero nemmeno che sia il frutto di chissà quale mediazione internazionale, l'Europa dell'inutile lady Ashton non ha fatto niente di niente per i nostri marò prigionieri in India. Se ora l'India si è decisa a togliere il caso dalle grinfie dello Stato del Kerala, se finalmente Massimiliano Latorre e Salvatore Girone  saranno almeno liberi di vivere a Delhi e di spostarsi per la capitale, di stare nell'ambasciata italiana, dopo un anno di sofferenze sopportate da militari eccellenti e da uomini coraggiosi, solo loro è la mezza vittoria o la mezza fine di un incubo. (...) Quanto è accaduto in India, scrive Maria Giovanna Maglie in un commento su Libero in edicola sabato 19 gennaio, è una vera e propria follia. Il Paese ha ammesso l'errore, ma si tiene i marò. La Corte suprema ha riconosciuto che l'incidente è avvenuto in acque interanzionali, però cavilla sull'assenza di immunità. E così, ora, il processo passa a Nuova Delhi. Appunto, una follia. Leggi il commento di Maria Giovanna Maglie su Libero di sabato 19 dicembre

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