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Primo verdetto del redditest:i politici sono tutti evasori

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Matteo Legnani
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  Una piccola soddisfazione c'è. Le prime vittime del Redditest saranno i politici italiani. Se vivono dello stipendio da parlamentare o da consigliere regionale, non  hanno scampo: saranno considerati tutti o quasi evasori fiscali. Basta inserire tutti i dati nella dichiarazione, mettere le proprietà immobiliari al loro posto, dichiarare tutte le spese fatte per l'esercizio del proprio mandato e il risultato è quasi certo: semaforo rosso, e soprattutto il marchio di infedeltà fiscale ideato dalla Agenzia delle Entrate che per un politico è addirittura una condanna doppia. “Incoerente”, dice il fisco. E incoerenti sono risultati alla prova minuziosa della loro dichiarazione dei redditi quattro leader politici nazionali che Libero ha passato al Redditest.  Incoerente il presidente della Camera Gianfranco Fini - e mezza Italia riderà:  «bella scoperta». Incoerente il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. E anche qui non c'era bisogno di Befera per pizzicarlo in castagna. Incoerente il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ne farà una malattia alla vigilia delle elezioni primarie. Incoerente pure il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri. Lui è un po' vittima di se stesso e se ne dannerà. Lo abbiamo sottoposto al Redditest perché di fatto era l'unico leader di quel partito ad avere messo on line le sue dichiarazioni patrimoniali dal 2008 ad oggi. Leggi l'articolo integrale di Franco Bechis su Libero in edicola oggi 23 novembre  

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