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Il Partito Democratico è morto:il Cav e Fassina lo hanno ucciso

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Il passo indietro di Silvio spiazza il Pd. Il responsabile economico rottama l'agenda di Monti. Bersani lo difende, Letta è una furia. Fioroni chiede il congresso

Andrea Tempestini
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"Se lavorassero assieme, non potrebbero ottenere risultati migliori. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi stanno ottenendo un risultato sul Pd che, fosse voluto, sarebbe ammirevole. Il primo continua a impegnare la stragrande maggioranza delle dichiarazioni dei suoi “compagni” di partito, catalizzando l'attenzione su di sé a costo zero: ieri altra lite coi bersaniani sui fondi per la campagna delle primarie. Il secondo, mettendo la sua testa sul piatto, ha contribuito a mettere in chiaro una cosa: dovesse Casini farsi convincere a entrare nel gruppone montiano «liberale», al Pd di Bersani resterebbe un alleato un po' così: Vendola. Il premier in pectore che si propone come alfiere del ritorno della politica dopo la parentesi tecnica avrebbe, come arma per rassicurare i mercati, un sodale che giusto ieri definiva Hugo Chavez «l'artefice, il protagonista d'una sperimentazione concreta di lotta contro la povertà»", spiega Martino Cervo su Libero in edicola oggi. Il punto è che la mossa di Silvio ha spiazzato il Partito Democratico, sempre più in crisi, alle corde. E in questo contesto Stefano Fassina, il responsabile economico dei democratici, ha fatto sapere di voler "rottamare" l'agenda di Monti. Il risultato? Pier Luigi Bersani si è schierato con il suo fido Fassina, mentre il vice, Enrico Letta, è andato su tutte le furie. Beppe Fioroni, da par suo, è arrivato a chiedere un nuovo congresso. Il Pd, come al solito, è una polveriera. Leggi l'approfondimento di Martino Cervo su Libero in edicola oggi, mercoledì 10 ottobre

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