L'iPhone più caro del mondo grazie alle tasse made in Italy
Arriva il nuovo telefono della Apple: costerà 50 euro più che in Germania e 70 più che in Olanda
di Luciano Capone Domani arriverà in Italia il nuovo iPhone 5, ma la febbre dei fan della mela inizierà ad alzarsi già da stasera. In quasi tutti i capoluoghi della penisola i negozi terranno le serrande alzate per la “notte bianca Apple”: Tim e Vodafone e 3 terranno aperti i punti vendita a Genova, Napoli, Bari, Palermo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Milano, Pescara, Roma, Salerno, Torino e Verona. I negozi apriranno dalle 23.30, ma si attendono code già dalle 21. Soprattutto in questa fase di crisi dei consumi l'assalto all'ultimo gioiello della casa di Cupertino non è facilmente comprensibile dai non appassionati, anche perché il nuovo iPhone non verrà venduto a prezzi contenuti: per il modello da 16Gb ci vorranno 729 euro, 839 per quello da 32Gb e 949 per il 64 Gb. Le cifre non sono ancora ufficiali ma si tratta dei prezzi più alti d'Europa: in Francia e Germania - dove Apple ha ufficializzato i prezzi - il telefonino costa 50 euro di meno, in Olanda 70 euro e finlandesi e belgi, che dopo di noi hanno i prezzi più alti, risparmieranno comunque 30 euro. Per non parlare degli Stati Uniti dove il 16Gb costa 649 dollari, il 32Gb 749 e il 64Gb 849, che sta a dire dai 500 a 655 euro. La differenza di prezzo può dipendere sicuramente dalla passione degli italiani per i telefonini e dalla loro disponibilità a spendere di più, ma non in maniera da coprire i 50 euro di differenza rispetto ai cugini transalpini. Un'altra variabile potrebbe essere l'inflazione che in Italia è leggermente più alta che in Francia, ma anche in questo caso si tratterebbe di pochi euro di differenza. La restante parte può essere sicuramente attribuita al peso dello Stato sull'economia: regime fiscale più complesso e due tasse, l'Iva e l'equo compenso. L'imposta sul valore aggiunto, con l'ultimo aumento, è salita al 21%, mentre in Germania è al 19% e in Francia al 19,6%. L'equo compenso invece è una tassa sconosciuta ai più che si paga sull'acquisto di ogni supporto di memoria: cd, dvd, schede di memoria, chiavette usb, hard disk esterni, lettori mp3 e tutto ciò su cui si può registrare o memorizzare dati. La tassa viene giustificata come equo compenso per i diritti d'autore sulle cosiddette “copie private”, il gettito viene riscosso dalla Siae che lo distribuisce secondo criteri propri agli iscritti. Logica vorrebbe che la tassa venga pagata sull'acquisto dell'opera in modo tale che l'acquirente, oltre al prodotto, paghi anche il diritto a duplicarne i contenuti per uso privato. Lo Stato ha invece preferito tassare tutti i prodotti elettronici in modo da colpire coloro che acquistano memorie per scaricare illegalmente e aggirare il copyright. Il risultato è paradossale: chi scarica legalmente paga doppie tasse e chi invece non scarica affatto paga i diritti d'autore agli artisti anche quando memorizza le foto della prima comunione su un cd. Sull'iPhone il cosiddetto “equo compenso” ammonta a 5,15 euro per il modello da 16 GB, 6,44 euro per quello da 32 GB e 9,66 euro per quello da 64 GB. Nè la scelta di Apple di imporre prezzi più alti nè le tasse in più fermeranno gli appassionati del melafonino: arriveranno in loro soccorso - si fa per dire - le compagnie telefoniche che hanno già predisposto dei pacchetti che eviteranno di sborsare immediatamente l'intera somma. I vari pacchetti sono tutti vincolanti per 30 mesi e includono traffico internet, voce e sms, partono dai 29 euro al mese di Tre e Tim e dai 49 euro al mese di Vodafone. Naturalmente a ciò bisognerà aggiunge una spesa extra di 5,16 euro al mese: la tassa di concessione governativa.