Giuseppe Conte, lo sfogo sull'Ilva: "Non so più che fare". E ora Luigi Di Maio minaccia la crisi
Non è "un superuomo", non ha "la soluzione in tasca". Giuseppe Conte, il capo del governo, non sa nemmeno lui che cosa deve fare sull'Ilva. Arrivato a Taranto per incontrare gli operai, il premier sembra nel panico. Dopo l'emendamento del Movimento 5 stelle che aboliva lo scudo penale per i vertici dell'azienda votato anche dal Partito democratico e da Italia Viva, la maggioranza di governo ora non sa più come uscire dall'impasse dopo che ArcelorMittal ha minacciato di lasciare. Leggi anche: "Il devastante errore dietro l'Ilva". Tremonti, la legnata: "Come se ne esce adesso" Conte non ha un piano B: "In questo momento il dato di fatto è che Mittal restituisce la fabbrica. Nei prossimi giorni vedremo come andrà la situazione, non ho pronta una soluzione ma qualsiasi situazione può diventare anche una opportunità", prova a dire agli operai. "Opportunità" di cosa non è dato sapersi, se non forse, riporta il Giornale, quella di sborsare parecchi soldi pubblici per trasformare Ilva in una seconda e forse più disastrosa Alitalia, come chiedono Stefano Patuanelli, ministro per lo Sviluppo economico o Nicola Morra. I Cinque stelle, intanto, sono spaccati e in rivolta contro Luigi Di Maio, il quale minaccia la crisi: "Se il Pd presenta un emendamento sullo scudo diventa un problema per il governo". Ora, sostiene il capo politico del M5s, "dobbiamo obbligare queste persone (Mittal, ndr) a tenersi 10.500 dipendenti". Ma in che modo non è ancora chiaro.