Tav, la manifestazione a Torino che può spazzare via il governo: Lega-Di Maio, alta tensione
In piazza Castello a Torino c'è tutta Italia, tranne il M5s. Tutti a manifestare per il Sì Tav con le "madamine", le organizzatrici del raduno: in piazza 30mila cittadini e politici di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Pd. Una manifestazione convocata dopo la mobilitazione del 10 novembre scorso. In quell'occasione le sette donne portavoce del movimento, nato o come gruppo civico e slegato da ogni partito, riuscirono a coinvolgere circa 40mila persone. Stavolta i partiti ci sono, anche se senza simboli e bandiere: le "madamine" hanno voluto che la piazza rimanesse simbolo delle forze produttive che sostengono la Tav. Molti indossano abiti arancioni, il colore della prima piazza, e sventolano bandiere italiane ed europee. Leggi anche: Toninelli senza vergogna: "Immigrati, meno sbarchi grazie a me" Una manifestazione che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti nella maggioranza di governo: i grillini, come è noto, si oppongono al progresso e all'opera, tanto che alcuni esponenti avevano preso parte lo scorso 8 dicembre alla "giornata dell'orgoglio No Tav". Luigi Di Maio, dalla Sardegna, ha parlato per sottolineare: "Per me non c'è nessuna crepa con la Lega, abbiamo due convinzioni diverse. C'è un contratto di governo. Nessuno toglie il diritto a Lega e M5S di poter manifestare il proprio pensiero", ha dichiarato il vicepremier. Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev Da Torino, però, è arrivata la replica indiretta del capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari: "Con il M5s non c'è alcuno scontro", premette. Poi però aggiunge: "Qualora il governo decidesse di non realizzare l'opera credo sia necessario indire un referendum, saranno i piemontesi a decidere". Quindi una battuta sul contratto di governo: "Non dice di non fare la Tav. Cè scritto che avremmo atteso l'analisi costi-benefici, siamo disponibile a modificare il progetto per evitare sprechi". Per il referendum si schiera anche Sergio Chiamparino, governatore Pd del Piemonte: ""La consultazione popolare si può già fare domani mattina perché l'articolo 86 della regione Piemonte ne consente l'attivazione".