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Ponte Morandi, la tremenda ultima ipotesi dietro il crollo: le barriere di cemento non previste

Non c'è solo l'ipotesi del carroponte da 7 tonnellate dietro il crollo strutturale del ponte Morandi. La rottura del tirante e il cedimento del pilone 9 potrebbero essere legati, spiega il Fatto quotidiano, anche a un altro fattore di appesantimento della struttura: i cosiddetti new jersey, le barriere in cemento installate in un secondo momento sul ponte perché più protettive rispetto ai vecchi guardrail. Leggi anche: "Autostrade sapeva dal 2011 che il ponte è precario" Più sicuri, ma decisamente più pesanti: secondo un ingegnere strutturista consultato dal Fatto, "le moderne protezioni arrivano a pesare 600 chili al metro lineare (cioè 1,2 tonnellate nelle due direzioni). Moltiplicate per i 1.172 metri del ponte potrebbero significare fino a 1.500 tonnellate complessive di sovrappeso". Un peso non previsto dal progetto iniziale, a cui si deve aggiungere anche l'aumento del traffico del 30% negli anni, con sollecitazioni maggiorate.

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