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Ponte Morandi, Giuseppe Conte e la decisione senza precedenti: "Perché togliamo la concessione ai Benetton"

Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova il governo revoca la concessione ad Autostrade per l'Italia. A confermalo è il premier Giuseppe Conte, al termine dell'incontro con il governatore della Liguria Giovanni Toti. Dura l'accusa alla famiglia Benetton: "A loro spettava l'onere di garantire la sicurezza per gli utenti di quella tratta", ha motivato la decisione il premier, spiegando anche che in futuro il governo intende applicare regole più stringenti nella concessione della gestione dei tratti autostradali, obbligando i concessionari privati a reinvestire una parte significativa dei proventi dai pedaggi nella sicurezza e nella manutenzione. Tutto lascia supporre, poi, che il governo intenda revocare l'intera concessione ad Autostrade per l'Italia, e non solo quella della tratta autostradale in Liguria. Il Gruppo Atlantia Spa (che nel frattempo è crollato in Borsa, con i bond a scadenza luglio 2027 in calo del 4,01% a 92,8), gestisce tra le altre tratte autostradali la A1 Milano-Napoli, la A4 Milano-Brescia, la A14 Bologna-Taranto. Un colosso nazionale. Leggi anche: Ponte Morandi, la rabbia contro i Benetton e Oliviero Toscani. "Adesso che fai?" Conte ha inoltre definito la nomina di un commissario governativo ad hoc, come chiesto da Toti, e lo stanziamento di 5 milioni "per l'emergenza immediata. Sgombero case, evacuazione, rimozione delle macerie. Poi arriveranno altre risorse". Istituiti 12 mesi di stato d'emergenza e, a livello simbolico, "una giornata di lutto nazionale, che faremo coincidere con la data della cerimonia funebre delle vittime". Il bilancio aggiornato è di 39 morti.

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