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Denis Verdini, perché Sergio Mattarella non aveva scelta: "È l'unico a pensare all'interesse del Paese"

Ci voleva la mossa a tenaglia di Sergio Mattarella per far capire in modo più chiaro quanto fosse seria la situazione economica italiana, abbastanza insomma da non potersi permettere altri mesi di stallo politico. Davanti a questa situazione da "improvvide liti da comari" Denis Verdini sul Tempo spiega come per il Colle sia stato necessario un passo dovuto, certificando così agli italiani: "sia l'ipotesi di un percorso ordinato per garantire comunque un governo al Paese in mancanza di una maggioranza politica, sia l'unica alternativa possibile, quella di un ritorno immediato alle urne, lasciando però interamente ai partiti il cerino in mano dell'irresponsabilità". Il premier "neutrale" che Mattarella indicherà rischia seriamente di non avere i numeri in Parlamento, una "brutta, bruttissima situazione: per la prima volta nella storia della Repubblica i partiti non riescono a dare un'espressione politica alla volontà popolare, abortendo sul nascere una legislatura, e per la prima volta un governo ispirato dal Capo dello Stato verrà bocciato dal Parlamento". Ci sono tutti i presupposti per non stare sereni, insomma: "Siamo arrivati dunque a una crisi di proporzioni mai viste - aggiunge Verdini - che rischia di sconquassare la piramide Italia dalla base fino al vertice e di risvegliare il vulcano finora silente della speculazione internazionale. Ma in questa folle corsa al voto sotto il solleone - conclude l'ex senatore - nessuno sembra accorgersene, tranne Mattarella. La solitudine del numero primo".

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